Caputi: dal secondo voto uniamo le forze

La proposta lanciata dal direttore di Scienze mediche ai candidati Capasso, Trinchese, Rea e Fusero. L’invito non è esteso a Stuppia

CHIETI. Siamo agli sgoccioli. Domani si inizia a votare per rieleggere il nuovo rettore dell’università D’Annunzio e la campagna elettorale diventa sempre più infuocata. E anche uno tradizionalmente moderato come il direttore del Dipartimento di scienze mediche, orali e biotecnologiche Sergio Caputi tende a sbilanciarsi.
«È stata una campagna elettorale sicuramente diversa da tutte le altre», dice il professore, «e credo anche che queste elezioni possano essere state “falsate” dalla particolarissima situazione che si è venuta a creare con la fine anticipata della precedente gestione universitaria. Nel senso che tra i sei candidati ce n’è uno che rappresenta il vecchio e gli altri cinque, me compreso, che sono per la discontinuità, sebbene non siano sulla stessa linea di pensiero programmatico. Ciò significa», continua il professore, «che al momento del voto ci sarà inevitabilmente uno squilibrio, perché da una parte c’è un solo portabandiera di un certo tipo di pensiero, dall’altra ce ne sono cinque. Questo non farà che avvantaggiare chi rappresenta l’area legata alla passata gestione che, a mio avviso, è assolutamente minoritaria nella nostra università. Proprio le divisioni nello schieramento opposto potrebbero, dunque, falsare il risultato».
Per questo motivo il professore ha lanciato una proposta ai candidati rettori Luigi Capasso, Stefano Trinchese, Michele Rea e Paolo Fusero, chiedendo loro di convergere su un unico candidato, già dalla seconda votazione (il sistema elettorale dannunziano prevede quattro giorni di voto, con un ballottaggio al quarto giorno tra i due candidati che hanno ottenuto i maggiori consensi alla terza votazione). Ovviamente la proposta non è stata fatta al professor Rino Stuppia che, per Caputi, è il candidato più legato alla passata gestione universitaria, sebbene l’interessato abbia sempre detto di considerarsi distante dal vecchio, soprattutto nel metodo con cui ha intenzione di amministrare l’ateneo qualora venisse eletto rettore. Vedremo nel corso delle diverse votazioni se la proposta di Caputi verrà fatta propria anche dagli altri candidati rettori. Intanto, il professore fa una sottolineatura importante: «La mia proposta non prevede accordi di sorta. Per essere più chiari: posso annunciare fin da ora che nel caso io non venga eletto rettore non accetterò alcun incarico da prorettore o altro. E se nel corso delle votazioni non dovessi risultare tra i più votati, appoggerò chi ritengo più adatto a mettere in atto un programma più vicino al mio. Insomma», ribadisce con nettezza il direttore di dipartimento, «non faccio scambi né cerco poltrone».
Il candidato si sente di fare anche un’altra promessa: «Se dovessi essere eletto, proporrò una modifica di statuto per cui il rettore, dopo il primo triennio, deve sottoporsi a una valutazione da parte del corpo elettorale e, nel caso non dovesse essere ritenuto idoneo, dare le dimissioni».
Arianna Iannotti
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