«Carenze e responsabilità» sul Vasto Film Festival

Il centrodestra attacca la giunta comunale sulla rassegna cinematografica «Discutibile l’affidamento della manifestazione senza un bando pubblico»

VASTO. «Altro che rassegna del cambiamento e della svolta. Il Film Festival si è rivelato decisamente sotto tono e la colpa non è imputabile alla carenza di fondi, ma alla cronica impreparazione e sprovvedutezza dell’amministrazione comunale». Minoranze all’attacco sulla kermesse cinematografica che, mai come quest’anno, è stata bersaglio di critiche e polemiche per una serie di disguidi organizzativi e per la scarsa risonanza che ha avuto a livello nazionale, al contrario delle passate edizioni. A svelare quello che è stato definito “il dietro le quinte” della rassegna curata dalla Meta srl, agenzia di pubblicità e comunicazione di Treglio, sono i consiglieri comunali Massimo Desiati (Progetto per Vasto) ed Etelwardo Sigismondi (Fratelli d’Italia) nonchè Marco Di Michele Marisi (Giovani in movimento).

Le critiche. «Il Vasto Film Festival ha perso la sua peculiarità di evento nazionale nel panorama del cinema italiano», attaccano i tre esponenti del centrodestra, «il sindaco Luciano Lapenna ha evocato la spending review ma, considerando lo scarso risalto che la città ha ottenuto e il limitato coinvolgimento che l’iniziativa è riuscita a produrre, 61.500 euro sembrano somma persino spropositata. Dal punto di vista, poi, più tecnico e logistico, i film proiettati con dvd dimostrano appieno la pochezza della manifestazione: nelle rassegne cinematografiche, le proiezioni avvengono con pellicola. Così come la mancanza di anteprime nazionali, conferma che questo 18° Vasto Film Festival non ha rappresentato nulla nel panorama nazionale. Considerando, ancora, la maturità acquisita dal Vasto Film Festival, l’evento cinematografico non poteva permettersi di avere i problemi tecnici che ha evidenziato».

La procedura. I consiglieri comunali, che sono andati a spulciare tra le carte, evidenziano alcuni aspetti. «Nella delibera n.229 del 7 agosto si evidenziano tutte le carenze e le responsabilità dell’amministrazione comunale che si è completamente disinteressata del Festival fino al fatidico 7 agosto», evidenziano Desiati, Sigismondi e Marisi, «perché fatidico? Perché quel giorno arrivano in Comune tre proposte progettuali da parte di tre distinte agenzie che vengono presentate simultaneamente. L’amministrazione, notoriamente dormiente, si dimostra in questo caso, molto solerte ed efficiente: le tre proposte organizzative del Festival, dall’ufficio protocollo vengono immediatamente passate al settore competente che, nello stesso giorno, le esamina, le valuta ed elabora una relazione di merito che, alle 18,40 del 7 agosto, approda in giunta. Quest’ultima valuta positivamente la seconda proposta, quella della Meta Srl in quanto più conforme agli indirizzi e ai programmi dell’amministrazione comunale».

L’affidamento senza bando. Secondo i rappresentanti dell’opposizione «l’amministrazione deve spiegare come mai un Festival che da diciotto anni è consuetudine dell’estate vastese e che necessiterebbe, semmai, di mesi di lavoro per la sua organizzazione, viene “attrezzato” solamente in undici giorni. Così come bisognerebbe capire come mai non è stato indetto un bando pubblico, visto che l’importo stanziato per l’organizzazione dell’evento, 61.500 euro, è ben oltre la soglia massima per l’affidamento diretto».

La moglie del sindaco in giuria. «Ci pare il doveroso minimo per chi è dietro le quinte», chiosano Desiati e Sigismondi, «visto che la ex professoressa svolge la sua attività di lavoro, come scrittrice, per la Meta edizioni, ramo d’azienda della Meta srl, agenzia organizzatrice del Vasto Film Festival».

Lapenna non replica. «Lo farò domani (oggi per chi legge ndc)», è la secca risposta di Lapenna raggiunto al telefono.

Anna Bontempo

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