Procede il piano di riconversione del progetto In.Te. L’operazione sarà sorvegliata dall’Arta

Cartiera, demolizione al via

Il sito della ex Burgo verrà smantellato senza esplosivi

CHIETI. La vecchia e gloriosa cartiera esce dall’orizzonte dell’area industriale, questa volta in senso fisico dopo che la crisi l’ha cancellata come la prima e storica realtà produttiva della vallata del Pescara. Sono cominciate le operazioni di demolizione della fabbrica.
Da qualche giorno, le ruspe hanno acceso i motori per muovere macerie e ferraglie sulle superfici esterne dello stabilimento, e da questa mattina si passerà al corpo principale dell’edificio che ha accolto generazioni di lavoratori. Si entra così nella prima fase della riconversione produttiva del sito ex Burgo perseguito grazie al progetto In.Te proposto dalla società dell’ingegner Domenico Merlino, quindi con la possibilità di reinserire subito nel mondo produttivo i cassintegrati della cartiera, i cui sussidi garantiti andranno in scadenza nell’agosto prossimo.

Una ragione in più per serrare i tempi di una operazione che continua a suscitare preoccupazioni, anche in ordine alla tutela della salute pubblica. Nei giorni scorsi, il blog Chietiscalo.it di Roberto Di Monte aveva lanciato l’allarme sulla demolizione della fabbrica parlando di opere non rispettose dell’ambiente. L’amministrazione comunale ha risposto con una serie di incontri per programmare i lavori di smantellamento in un quadro affidabile di regole. Convocati i responsabili dell’agenzia regionale di tutela ambientale (Arta) e della Asl, si è deciso che per evitare la polverosità delle demolizioni non saranno utilizzati esplosivi. Tutte le operazioni procederanno in modo meccanico, con grande attenzione per i materiali in amianto che abbondano attorno e dentro lo stabilimento.

Verranno inoltre utilizzati cannoni ad acqua per tenere sempre basso il livello di diffusione delle polveri nell’aria. Novità anche per il piano di riconversione con l’inserimento nel progetto In.Te di un ulteriore impianto della grande distribuzione alimentare. Sarà infatti realizzato un deposito di stoccaggio e smistamento di derrate per tutto il centro Italia. Restano le divergenze sul fronte dell’energia, tra chi, come il sindaco Francesco Ricci, ritiene fondamentale la realizzazione di un impianto per il trattamento delle biomasse con il metodo della pirolisi, e al contrario chi, tesi prevalente nella amministrazione, vuole riservare il sito ex Burgo alle energie pulite affidandosi allo sviluppo di tecnologie fotovoltaiche con la tassativa esclusione di attività insalubri. L’inserimento di un nuovo punto di stoccaggio nel settore alimentare consentirebbe di incrementare fino a 200 i posti di lavoro nel breve periodo.