Case di riposo di Chieti, dai conti dei ricoverati “spariscono” 105 mila euro

Libretti postali svuotati: il presidente dell'Ipab Ezio Tilli indaga al San Giovanni Battista e poi scrive alla procura 

CHIETI. Che cosa ci fa l’anziana R.C. con 51.896 euro se è ricoverata nella casa di riposo di Chieti a totale carico del servizio sanitario nazionale? E perché la sua compagna di stanza all’Ipab San Giovanni Battista ritira alle Poste 17.085 euro? E ancora: come ha speso 13.950 euro la signora I.F. se anche lei è assistita, in tutto e per tutto, nell’istituto di Via Arniense-piazza Garibaldi? Nell’arco di pochi mesi, al massimo un anno, un gruppo di “nonnette” assistite ai Cappuccini avrebbe ritirato qualcosa come 105 mila euro in contanti dai propri risparmi apparentemente senza un motivo contingente e reale. Ma sul giallo dei prelievi dai libretti postali indaga la procura di Chieti.

A innescare l’inchiesta è stato un esposto molto dettagliato che Ezio Tilli, presidente e legale rappresentante delle Ipab in provincia di Chieti, ha consegnato ai magistrati il 31 marzo scorso. I libretti postale degli assistiti sono custoditi nella cassaforte della casa di riposo gestita e quindi controllata dalla direzione amministrativa. Ma proprio questa ha segnalato a Tilli il singolare fenomeno che riguarda cinque anziane ricoverate e le loro richieste diventate sempre più frequenti di libretti di risparmio. Per verificare la segnalazione e tutelare gli ospiti della struttura, il presidente Tilli ha deciso di analizzare di persona i libretti postali scoprendo i ripetuti prelievi di somme di una certa rilevanza.

Si va dai 12.012 euro dell’anziana L.D., che fa il primo prelievo il 13 marzo del 2013 e l’ultimo esattamente un anno dopo, alla stessa somma ritirata sempre a marzo da un’altra ricoverata, fino ad arrivare a un libretto con oltre 55mila euro dove ora però di euro ne restano appena 2 mila.

Ma l’entità delle somme prelevate, secondo Tilli, non trova giustificazione nelle esigenze e nei fabbisogni degli anziani titolari dei libretti di risparmio, perché questi godono di vitto, alloggio e assistenza coperti dal servizio sanitario nazionale. Per di più, alcuni di questi anziani sono ricoverati come disabili dal punto di vista sanitario e pertanto al 100 per cento a carico della Asl.

Così come, taluni intestatari dei depositi postali, sempre secondo il dirigente regionale che ha firmato l’esposto, sarebbero in condizioni tali da non poter determinare autonomamente le proprie scelte. Infine, sia nella cassaforte sia negli stessi libretti non sarebbero stati trovati documenti che giustificassero gli ingenti prelievi effettuati dagli anziani che, sottolinea Tilli nella denuncia, sarebbero stati accompagnato alle Posta con mezzi e da personale dell’istituto. L’esposto si chiude con un invito alla procura di accertare i fatti e scoprire se, dietro di essi, si nascondono reati. Le indagini sono già partite.