giustizia e società

Case e terreni confiscati a disposizione dei Comuni

Sono diventati di proprietà dello Stato i beni di un imputato per usura e truffa. Il procuratore di Lanciano scrive ai sindaci: «Se volete potete utilizzarli a fini sociali»

LANCIANO. Due appartamenti in via Duca degli Abruzzi con vista su corso Trento e Trieste, tre terreni a Frisa, due magazzini, una casa, un fabbricato e un terreno a Santa Maria Imbaro e un terreno a San Vito. Sono i beni confiscati definitivamente a F.D.F., di Frisa, accusato di usura e truffa e che da ieri il procuratore capo Francesco Menditto ha messo a disposizione dei Comuni interessati e dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. «Ho scritto ai sindaci dei Comuni dove sono i beni e per conoscenza all’Agenzia dei beni sequestrati», spiega Menditto, «per comunicare che la confisca è definitiva e che i beni sono diventati dello Stato, e sono a loro disposizione per utilizzarli a fini sociali».

L’iter. È visibilmente soddisfatto il procuratore capo che lascerà la sede frentana tra due settimane con la gioia di aver chiuso uno dei tanti procedimenti di confisca che in questi cinque anni ha portato avanti nel Frentano. «L’iter di un sequestro o di una confisca è piuttosto lungo», spiega Menditto, «in questo caso la richiesta di confisca è partita da tre anni, poi si è pronunciato il presidente del tribunale di Chieti, Geremia Spiniello, che l’ha disposta, la Corte di appello l’ha confermata e, poiché non c’è stato il ricorso in Cassazione, è quindi definitiva. Ora i beni sono di proprietà dello Stato, dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che li può tenere o dare ai Comuni se ne chiedono il possesso per utilizzarli per fini sociali. Ho scritto quindi ai sindaci dei Comuni dove sono dislocati i beni per comunicare loro la confisca definitiva».

Il precedente. Un anno e mezzo fa rispose positivamente all’appello di Menditto il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, a cui fu proposto un immobile con terreno, in contrada Villa Andreoli, confiscato dalla magistratura a un indagato per concussione. Nei mesi scorsi c’è stata la consegna materiale del terreno, un appezzamento di 760 metri quadrati, dotato di un pozzo, con un immobile di 200 metri quadrati dal valore complessivo di 125mila euro, donato al Comune che lo ha trasformato in orti urbani. Quando ci saranno i soldi, il fabbricato sarà ristrutturato per farvi una casa per le famiglie disagiate.

I beni. Per queste finalità potrebbero essere usati anche le case, i terreni e i magazzini confiscati definitivamente in questi giorni. Questo conferma ancora di più il dato emerso a inizio anno, che in Abruzzo è la provincia di Chieti, Lanciano e Atessa in primis, l’area in cui ci sono i maggiori sequestri di beni che valgono fino a oltre 20 milioni di euro. Dieci milioni è il valore dei beni (società, 56 tra appartamenti e ville, 15 terreni e 10 automobili) che sono ancora in attesa della confisca definitiva di un imprenditore, V.P., che avrebbe evaso il fisco per anni. E ancora in attesa di confisca definitiva sono i beni -una decina di appartamenti- sequestrati ad un altro imputato per usura, A.M., di Lanciano. «Ciò che viene tolto allo Stato deve tornare allo Stato», ha sempre detto Menditto che sottolinea come sono i grandi evasori fiscali ad avere dei veri imperi che devono essere riconsegnati allo Stato perché ottenuti illegalmente. Ora le case e i terreni confiscati a F.D.F. sono dello Stato. L’auspicio è che i Comuni possano farne richiesta per utilizzarli a fini sociali, ad esempio le case per accogliere le famiglie disagiate e i terreni divisi in orti urbani e consegnati ad associazioni che sostengono i diversamente abili.

©RIPRODUZIONE RISERVATA