Case popolari, nuovo scandalo: a Chieti sono "occupate" dagli stessi dipendenti comunali

L’ex assessore Bassam El Zohbi ottiene l’accesso agli atti e scopre una serie di irregolarità da girare alla procura. Ecco le più gravi

CHIETI. «Dopo aver effettuato l'accesso agli atti in merito alla graduatoria provvisoria per l'assegnazione degli alloggi di emergenza abitativa, sono diventate realtà le mie dichiarazioni fatte con una precedente nota». Così esordisce Bassam El Zohbi, consigliere ed ex assessore alle politiche sociali. E il suo diventa un nuovo atto d’accusa da girare alla procura e da riportate testualmente. «Dall'analisi della documentazione che ho visionato nell'ufficio Politiche per la Casa, è emerso che in molti casi non è stata rispettata la direttiva della giunta comunale, con la quale si stabilirono i criteri da seguire per l'attribuzione del punteggio al fine di stilare la graduatoria. Inoltre, è ufficiale che non sono state esaminate tutte le domande pervenute a tutt'oggi ma soltanto una parte di queste, circa 59».

ECCO I CASI FUORILEGGE. Bassam si pone una domanda: «Chi ha deciso di esaminare solo una parte delle domande e con quale criterio le scelte? Tra le famiglie non prese in esame, infatti, potrebbero essercene alcune con maggiori requisiti rispetto ad altre che in questo modo vedrebbero lesi i propri diritti! Inoltre, quasi tutte le domande "non ammesse" avrebbero dovuto, invece, essere "ammesse"; bastava infatti, escludere soltanto quelle mancanti del requisito principale ovvero "residenza a Chieti da almeno due anni" o un reddito superiore a quello stabilito dalle Legge 96/96».

L’ex assessore entra nel particolare: «Sono state escluse due famiglie che, pur avendo entrambe un procedimento espropriativo in atto (vendita all'asta del loro alloggio), per l'Ufficio "non presentano disagio abitativo" il tutto in barba al regolamento che per un caso simile attribuisce addirittura un punteggio di 20 punti».

E ancora: «Tre famiglie sono state escluse per mancanza di certificato Asl che attesti l'antigienicità o la presenza di sovraffollamento. Ma anche in questi tre casi sarebbe bastato che l'Ufficio non assegnasse il punteggio previsto inserendo le suddette famiglie ugualmente nella Graduatoria provvisoria. Dal mio accesso agli atti è emerso, inoltre, che in un altro caso, pur in mancanza del certificato Asl, il richiedente è stato ammesso persino con l'attribuzione del punteggio. Due pesi, due misure» afferma l’ex assessore per non dire abuso d’ufficio. Ma andiamo avanti.

NIENTE CASA AL DISABILE. «In un altro caso una famiglia non è stata ammessa pur parlando di una persona disabile, con pensione sociale, non in grado di pagare l'affitto, con la sclerosi multipla, ma secondo l'Ufficio politiche della casa anche questo non è disagio abitativo. Ogni commento a questo punto è superfluo, ma non finisce qui».

Infatti, non finisce qui perché tra gli ammessi c’è un altro caso, il più eclatante, che riguarda: «Una persona che secondo il censimento 2011 non è reperibile a Chieti, che ha presentato uno sfratto per morosità "vecchio" poiché risalente al 2011, ma nonostante questo si è visto assegnato un punteggio alto. Questo caso doveva finire tra i "non ammessi" per mancanza del requisito principale, cioè "non residenza da due anni". Invece, l'Ufficio l'ha ammesso lo stesso; è grave che non vi sia il requisito della residenza, è grave che si consideri uno sfratto ormai scaduto dal 2011 ma è ancora più grave assegnare allo "sfratto per morosità" 20 punti e non 8 come prevedono le linee guida volute dall'amministrazione comunale».

Ma anomalie come questa, afferma El Zohbi, sono state riscontrata anche in altri casi di "ammessi per sfratto per morosità" ovvero: 12 punti in più del previsto.

«Al contrario, famiglie con reali disagi economici non sono neppure state prese in considerazione. Non dimentichiamo che si parla di casi umani e sociali, con intrecci di storie e disagi molto profondi e nei confronti dei quali i responsabili dell'Ufficio Politiche per la Casa hanno il dovere morale oltre che di accogliere le domande anche di stilare una minima relazione che evidenzi il loro entourage ed il dramma nel quale vivono».

L’ex assessore conclude con un invito al segretario generale del Comune, all'assessore Dario Marrocco, al dirigente e al funzionario, di «ritirare in autotutela la graduatoria provvisoria, interpretare meglio le linee guida date dall'amministrazione e riesaminare tutti le singole domande per stilare una graduatoria non lesiva dei diritti dei cittadini».

I FURBETTI DEL COMUNE. Ma c’è un’ultima dichiarazione che appare inquietante: riguarda sette appartamenti liberi dall’inizio dell'anno che dovevano essere assegnati agli aventi diritto della Graduatoria del bando generale e/o del bando della mobilità «ma, purtroppo, a tutt'oggi cinque di questi sono stati occupati abusivamente ma l'Ufficio Politiche della Casa e l'Ater non hanno fatto le diffide per il rilascio di questi appartamenti. Il tutto aggravato dal fatto che alcuni degli occupanti abusivi sono dipendenti comunali».

Da oggi, la procura della Repubblica ha anche questa rivelazione da approfondire. Bassam chiude così: «Sei mesi sono passati e ancora non vengono erogati i fondi per l'emergenza abitativa con la conseguenza che questa amministrazione si troverà sulla coscienza anche il destino di queste famiglie che sono a rischio di sfratto per morosità».(l.c.)