CHIETI

Case popolari, oltre 700 diffide inviate a morosi e abusivi

L'Ater ha fatto partire 22 procedure di sfratto. Lotta all'abusivismo: in campo anche la Prefettura

CHIETI. Sono oltre 700 le diffide inviate dall'Ater di Chieti, da circa un anno a oggi, agli inquilini morosi, nell'ambito della compagna "tolleranza zero verso morosi e abusivi". Al tempo stesso, è stata predisposta una semplificata procedura amministrativa per chi vuole regolarizzare la propria posizione debitoria, mentre sono circa 22 le procedure di sfratto avviate, tenuto conto della sospensione delle procedure alla luce dell'emergenza Covid 19.

È la situazione che il direttore generale dell'Azienda per l'edilizia territoriale, Giuseppe D'Alessandro, ha rappresentato al nuovo prefetto di Chieti, Mario Della Cioppa, che lo ha ricevuto in Prefettura. Nel corso dell'incontro istituzionale si è affrontata la questione della presenza di alloggi di edilizia residenziale pubblica sfitti che sono alla base del fenomeno delle occupazioni abusive e delle necessarie misure da attivare per il contrasto dell'abusivismo, finalizzate a garantire la sicurezza nei quartieri e a rendere disponibili nuovi alloggi da assegnare ai nuclei familiari prima che vengano occupati in modo illegale.

L'Ater di Chieti, presieduta da Antonio Tavani, tra gli interventi programmati ha individuato una serie di alloggi, target esposti a potenziali occupazioni abusive, che saranno oggetto di installazione di sistemi anti intrusione e porte blindate.

Il Prefetto di Chieti ha già richiesto, sia all'Ater di Chieti che di Lanciano-Vasto, i dati relativi agli alloggi occupati abusivamente, al numero degli alloggi liberi ed alle procedure di sgombero attive.

"Occorre - dice D'Alessandro - una fattiva collaborazione con i Comuni, i Servizi delle politiche sociali e la Polizia municipale, per vigilare sulle stabili residenze degli assegnatari legittimi e sulla qualità della vita familiare, nonché sulle abituali dimore di cittadini che talvolta s'immettono senza titolo, presso alloggi popolari assegnati a parenti ed amici", con l'intento di far maturare inesistenti diritti".