Chieti: a processo per insulti e molestie al 118 

Frasi sconce e parolacce alle operatrici: giovane di Villa Santa Maria accusato di interruzione di pubblico servizio

CHIETI. Per un anno gli addetti della Centrale operativa del 118 di Chieti ne hanno sentite di tutti i colori. Telefonate continue, che nel migliore dei casi restavano mute, mentre nel peggiore contenevano insulti, parolacce e anche richieste a sfondo sessuale. E, manco a dirlo, i destinatari privilegiati delle comunicazioni erano solo donne. In pratica, non appena al telefono del 118 rispondeva una voce femminile, la voce dall’altra parte si scatenava, con parolacce e sconcezze. La cosa è andata avanti per parecchio tempo fino a quando, al colmo della sopportazione, non è scattata la denuncia. Partita l’inchiesta della Procura, si è scoperto che le telefonate arrivavano da un cellulare di un ventottenne originario di Villa Santa Maria, Antonello Di Stefano.
Se sia lui o meno l’autore delle telefonate dovrà ora accertarlo il tribunale di Chieti, perché l’uomo è sotto processo per interruzione di pubblico servizio. Chi telefonava, infatti, secondo la procura costringeva gli operatori a interrompere il proprio servizio per dare retta ad altro.
A stare a quanto risulta dalle indagini della procura questo comportamento è stato accertato dal 9 giugno 2014 al 24 giugno 2015.
Di Stefano, difeso dall’avvocato Fabrizio Di Cicco, sarebbe dovuto comparire ieri mattina davanti al giudice monocratico Andrea Di Berardino. L’udienza di ieri è stata però rinviata al prossimo 26 gennaio quando verranno ascoltati anche i testimoni, vale a dire gli operatori della Centrale del 118 diretta da Dante Ranalletta.
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