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Chieti, auto a fuoco sotto casa: «Sono stati gli stranieri»

Denuncia su Facebook di una donna residente in Strada Fosso Paradiso Ma per la polizia e i vigili del fuoco l’incendio non avrebbe origine dolosa

CHIETI. Auto a fuoco due notti fa sotto un plazzo di Strada Fosso Paradiso, traversa di viale Unità d’Italia allo Scalo. Sul posto sono intervenuti sia gli uomini del 113 che quelli del comando provinciale dei vigili del fuoco che hanno provveduto a spegnere le fiamme e hanno dato subito avvio ad attività di ricerca per capire quali potessero essere le cause dell’incendio. L’automobile ridotta in cenere è di proprietà di un’amica della signora P. A. che, sui social network (per la precisione sulla pagina di Chieti su Facebook) ha deciso di denunciare il fatto, raccontando l’episodio e postando anche le foto della macchina incendiata, sia quando era ancora in fiamme sia quando era ridotta a poco più che un ammasso di lamiera da buttare.

Oltre che via internet la signora A. e la proprietaria dell’auto incendiata, ospite a casa dell’amica, hanno deciso anche di sporgere denuncia alle autorità competenti. Ma dai rilievi sembra che l’incendio non abbia avuto cause dolose. Sia la polizia che dei vigili del fuoco sono infatti propensi a credere, con un certo grado di certezza, che l’incendio si sia sviluppato per cause accidentali per un corto circuito sotto il cofano. La signora A. sfogandosi via Facebook, ha fatto invece capire di ritenere che l’incendio abbia potuto avere cause dolose. «Sono dell’opinione che italiani e stranieri non possono vivere insieme», ha infatti scritto, spiegando poi che il condominio nel quale abita in Strada Fosso Paradiso, ci sono due famiglie italiane e cinque straniere. Una preponderanza schiacciante che evidentemente ha indotto la signora a pensare che la macchina, parcheggiata nei pressi dell’abitazione, sia stata data alle fiamme da qualche cittadino straniero. La frase ha ovviamente acceso il dibattito, andando a toccare temi caldi quali il razzismo e la difficoltà di convivenza tra italiani e stranieri. Ma gli investigatori per ora escludono il dolo.(a.i.)