Chieti, barelle lungo i corridoi del reparto di medicina

Malati costretti a sottoporsi a cure mediche e igieniche davanti agli occhi imbarazzati dei visitatori

CHIETI. Barelle parcheggiate lungo i corridoi e pazienti costretti a sotttoporsi a visite, prelievi e igiene della persona sotto gli occhi imbarazzati dei visitatori. Una violazione continua ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione: quello di essere curati in luoghi confortevoli e igienici e quello al rispetto della dignità umana. Nel reparto di Clinica medica del policlinico teatino, i malati soffrono anche per le condizioni di disagio che accompagnano gran parte del periodo di ricovero.

Le telefonate di protesta al Centro si moltiplicano e la rabbia di chi si sente impotente di fronte a tanto disordine sale.

«Parlo per i pazienti sfortunati ai quali non viene concesso neppure il diritto a un posto letto durante il periodo di degenza» racconta con l’amaro in bocca Annarita De Fanis che per qualche giorno ha dovuto assistere un familiare nel reparto. «Alla fine noi l’abbiamo spuntata con il trasferimento in un altro reparto. Ma non posso dimenticare gli sguardi supplichevoli e sofferenti dei malati che sono rimasti parcheggiati sulle barelle per giorni e giorni. Pazienti affetti da patologie gravi che avrebbero bisogno di un ambiente protetto, confortevole e soprattutto igienico». Condizioni che difficilmente possono essere garantite quando vieni depositato su una barella di giorno e di notte e sistemato lungo i corridoi del reparto.

«Ho visto persone alle quali veniva cambiato il pannolone o inserito un catetere sotto gli occhi dei visitatori» aggiunge la lettrice del Centro indignata «imbarazzante e vergognoso perché in questo modo si calpesta la dignità delle persone sofferenti». E non solo dei malati costretti a utilizzare un bagno comune, quando possono alzarsi dalle barelle, e a improvvisare improbabili comodini con sedie raccattate anche da altri reparti.

«Spesso la carenza di sedie» puntualizza De Fanis «costringe i parenti che fanno visita ai malati a rimanere in piedi».

I pasti poi vengono serviti in contenitori di alluminio ed è impossibile recuperare le posate. «Disagi di altri tempi» incalza la lettrice «in molti ospedali d’Italia forchette e cucchiai vengono distribuiti insieme al pasto per poi essere lavati , sterilizzati ». Lunedì scorso i ricoverati senza un letto a Clinica medica hanno invaso l’intero corridoio e i le relative rientranze che ospitano le finestre. «Una sistemazione doppiamente disagevole» insiste De Fanis «scomoda e che costringe i pazienti a svegliarsi appena fa giorno dal momento che le tapparelle non vengono abbassate». Tanti disagi nonostante accanto ci siano le stanze vuote del reparto di Semeiotica, chiuso da qualche mese. «La mia proposta è questa» concluce con una provocazione la donna «offriamo un soggiorno di una settimana con gli stessi trattamenti ai politici che sottraggono denari alla sanità pubblica. Forse allora capirebbero perché siamo tutti così arrabbiati».

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