Chieti, bimba sparisce nel nulla all’uscita della scuola perché non le comprano il cellulare

A 12 anni fugge per protesta. I vigili urbani la trovano in lacrime dopo cinque ore di ricerche

CHIETI. «Sei tu Angela?». Lei si volta verso le due vigilesse, fa sì con la testa e scoppia in un pianto dirotto. Sono le 18 di ieri, l’incubo è finito. La ragazzina sparita all’uscita della scuola è salva e sta bene. Angela è un nome di fantasia per tutelare l’identità di un’adolescente che, a 12 anni, chiede ai genitori di avere il cellulare come i suoi coetanei. Ma dopo l’ennesimo no e un’altra lite, decide di mettere in scena la sua protesta che ha fatto vivere cinque ore di angoscia alla famiglia e ai professori. La storia finisce bene, ma parte in modo drammatico. Alle 13,22 di ieri la telecamera piazzata all’ingresso della scuola media De Lollis riprende Angela mentre esce. Ha capelli castani, la ragazzina che, ogni giorno, viene accompagnata a Chieti da un paese del Pescarese, e indossa un giubbetto nero su cui spicca una sciarpa di color giallo che risulterà determinante. La campanella suona alle 13,20. A quell’ora la mamma attende la sua Angela al parcheggio di via Martiri Lancianesi che, in linea d’aria, è a cento metri dalla scuola.

Ogni giorno, Angela, che frequenta la seconda media, sale le scalette che sbucato nel parcheggio ed entra nell’auto della mamma. Ma ieri non è andata così. Davanti alle De Lollis, Angela si intrattiene per meno di un minuto con tre compagni di classe. Il tempo per salutarli. Quindi si incammina lungo quei cento metri. Ma sparisce nel nulla. La madre che la attende si preoccupa, poi si agita e infine, disperata, va dai carabinieri di via Arniense per denunciare la scomparsa della figlia. L’unico indizio sono quei fotogrammi ripresi dalla telecamera. Non solo i carabinieri ma anche i vigili urbani e un gruppo di docenti della scuola media, diretta da Serafina D’Angelo, cominciano a cercare la ragazzina nella zona vicino alla scuola. I vigili si inoltrano nella campagna dietro alle De Lollis per perlustrare un vecchio casolare, di proprietà di un ex consigliere comunale, la cui strada d’accesso sbuca davanti all’ex ospedale San Camillo in via Forlanini. Il papà, invece, accompagnato dal fotografo teatino, Andrea Milazzo, controlla nella frazione di Santa Barbara prima, poi alla villa comunale e alla Civitella. Ma di Angela nessuna traccia.

E’ ormai buio quando il gruppo cinofili dei carabinieri arriva davanti e attende che il papà torni con un maglioncino di Angela, che era andato a prendere a casa, da far fiutare ai “cani molecolari”. Ma proprio in questi attimi, vissuti tra lo sconforto e la speranza, avviene un miracolo. Fabio Primiterra, vicecomandante dei vigili urbani, ha l’intuizione che risolve il dramma. Dalla figlia, che frequenta la stessa scuola, si fa procurare una foto di Angela che consegna a tre pattuglie. Una di queste, composta dalle agenti scelte Cristina Perillo e Simona Di Domenica, ispeziona in Magalò, poi risale in citta e va alla Villa, infine torna allo Scalo percorrendo via dei Vestini. Sono le 18 quando la pattuglia passa al Tricalle, fa la curva dello sfasciacarrozze e, sul ciglio destro delle strada, vede una ragazzina con una sciarpa gialla.

«Sei tu Angela?». Lei si volta e risponde: «Sì, sono io», e scoppia in lacrime. La scena successiva è la più bella di tutte. L’abbraccio tra la ragazzina e la mamma, nella caserma dei carabinieri, è una liberazione. Angela racconta della lite della sera prima, del cellulare negato, dei vestiti che le piacerebbe indossare per essere come i suoi compagni. Ma ora c’è tutto il tempo per parlarne a casa e magari accontentarla.