Chieti, città spaccata in due per il maltempo: la Colonnetta chiusa per mesi

Cento metri di fronte franoso. L’acqua è tornata, ma c’è un nuovo pericolo per un tubo del gas. Cede il muro del cimitero

CHIETI. La frana della Colonnetta spacca in due la città. Il danno è imponente. Occorreranno mesi e soldi per riparare la strada che collega lo Scalo al Colle. La prima stima è di 600mila euro, ma è troppo ottimistica. Il Comune non li ha, tocca alla Regione intervenire. Ma i tempi saranno biblici, è già accaduto per Santa Maria Calvona che attende da due anni. E ieri notte è crollato anche il muro del cimitero: venti metri si sono sbriciolati. La Colonnetta intanto resta interdetta ad auto, filobus e pedoni. Un palo della filovia, pericolosamente in bilico, ha fatto da argine. Ma non riuscirà a reggere un fronte franoso lungo cento metri, contenuto anche da un vecchio muro che si è spaccato in due punti.

E’ questione di ore. Tonnellate di terra si riverseranno sull’asfalto del tratto compreso tra lo svincolo per la transcollinare e il mobilificio Desiderio. Con l’incognita che fa paura di un tubo del gas, una diramazione della linea principale che sale per via Altobelli e che serve dieci famiglie. Il tubo è appena sotto l’asfalto a un metro e mezzo dal marciapiede che si è sollevato. I tecnici della società 2i Rete Gas però sono pronti a sospendere l’erogazione.

Sul posto, e per l’intera giornata, si sentivano distintamente gli scricchiolii degli alberi e dei mattoni. Li hanno sentiti ieri mattina il sindaco Umberto Di Primio, gli assessori Raffaele Di Felice e Mario Colantonio, la comandante dei vigili urbani, Donatella Di Giovanni e soprattutto la squadra dei vigili del fuoco che, vista l’estrema gravità della situazione, ha ordinato di interdire immediatamente un lungo tratto della Colonnetta compreso tra l’ingresso e l’uscita di via Altobelli.

Due operai della Panoramica hanno sganciato i cavi del filobus dal pilone verde in bilico che sorregge il muro. I due pali della luce, segati alla base, sono stati adagiati sul marciapiede di destra per chi sale verso il Colle. Un tubo provvisorio, sistemato dagli operai del servizio acquedottistico del Comune, che hanno lavorato nel fango fino alle 4 di mattina, ha permesso ad oltre 15mila cittadini dello Scalo, nell’ampio tratto compreso tra la Colonnetta e San Martino, di non subire un’altra giornata di passione senz’acqua potabile in casa. Ma è una soluzione provvisoria, molto provvisoria.

Arriviamo infine alla parte pratica. Cioè ai fondi che il Comune non ha in cassa per appaltare lavori di somma urgenza. Il sindaco confida nella Regione chiamata direttamente in causa perché parliamo di una frana che blocca una via principale d’accesso a Chieti. Ma la Regione ci deve ancora i soldi delle alluvioni del 2013 e di marzo 2015. Campa cavallo.