Chieti: fa l'anestesia locale, entra in coma e muore

Donna di 65 anni muore dopo l’intervento al cuore: il pm stoppa i funerali e sequestra la cartella clinica

CHIETI. E' morta giovedì scorso dopo due settimane di coma sopraggiunto in seguito a un intervento di ablazione cardiaca considerato di routine. A far luce sul decesso di Ida Sacco, 65 anni, di Treglio, è ora la procura di Chieti che ha disposto, dopo la denuncia dei familiari, il blocco dei funerali, il sequestro della cartella clinica e l'autopsia, prevista per lunedì e affidata all'anatomopatologo Pietro Falco. La donna, vedova, era in pensione e in perfetta salute. Aiutava attivamente i figli nell'accudire i nipoti e svolgeva lavori in una pizzeria e in un hotel. L'unico piccolo cruccio che la infastidiva era uno scompenso cardiaco che riusciva a tenere sotto controllo grazie all'assunzione di un farmaco.

Per risolvere definitivamente il fastidio la donna si era rivolta al reparto di cardiologia dell'Ospedale clinicizzato di Chieti dove le era stato consigliato l'intervento di ablazione, in grado, a dire dei medici, di risolvere definitivamente i suoi problemi di aritmia. L'intervento, prenotato in primavera e programmato per il 19 settembre, è considerato semi invasivo. Sarebbe stato svolto in ambulatorio cardiochirurgico e in anestesia locale, per la durata di un paio d'ore. Secondo il parere dei medici non avrebbe comportato complicazioni e il ricovero sarebbe durato dalla mattina del 19 alla mattina del 21 settembre.

Come stabilito, la donna ha subìto l'intervento che, secondo un primo riscontro da parte di uno dei due figli con il personale medico, era andato bene. Ma già dal pomeriggio del 19 qualcosa deve essere andato storto dato che la signora è stata trasportata in rianimazione. Ai due figli, sgomenti e increduli per l'accaduto, è stato detto che la madre era in coma. Solo nei giorni successivi i congiunti della signora hanno appreso che lo stato di coma sarebbe stato causato da una prolungata ipossia, ovvero assenza di ossigeno, di causa però sconosciuta. Da questo momento la situazione precipita: la donna è morta giovedì mattina senza mai riprendere conoscenza.

«Mia madre, quando era ancora cosciente, mi aveva chiesto di andarla a prendere il giorno dopo - commenta affranto uno dei figli - so solo che l'ho lasciata viva e in salute e me l'hanno riconsegnata in coma». Sul caso, per cui si ipotizza il reato di omicidio colposo, sta indagando il pm Giancarlo Ciani che, come atto dovuto, avrebbe già iscritto dei nomi sul registro degli indagati. «I familiari sono fiduciosi nell’operato della magistratura - commenta l'avvocato dei figli della donna, Massimo Biscardi del foro di Pescara - e sperano che sulla vicenda sia fatta al più presto chiarezza».