Chieti, farmaci salvavita negati ai non residenti

Cerulli (Cittadinanzattiva): "Unica in Abruzzo, la delibera della Asl teatina limita il diritto dei malati a curarsi dove vogliono"

CHIETI. Torna a casa senza la medicina salvavita prescritta dal medico e che viene distribuita dalla farmacia ospedaliera. Il motivo? La paziente pur essendo in cura al policlinico teatino risiede in un’altra provincia quindi in base a una circolare emessa a marzo dalla Asl Lanciano-Vasto-Chieti non ha diritto al farmaco. Il cartello esposto accanto allo sportello della farmacia ospedaliera teatina parla chiaro anche se il termine “obbligo” non viene utilizzato.

«E non potrebbe essere altrimenti» bacchetta Aldo Cerulli, presidente regionale di Cittadinanzattiva «dal momento che la Costituzione italiana, ancora in vigore, garantisce a tutti i cittadino il diritto di curarsi dove vuole, Sul foglio viene usata l’espressione “si prega”, ma il risultato è il medesimo. Chi non appartiene alla Asl teatina anche se si cura al Santissima Annunziata torna a casa a mani vuote. É l’unica Asl che adotta un provvedimento del genere» incalza Cerulli «che non ha nulla di logico. Non rilasciare farmaci salvavita a pazienti che arrivano da fuori provincia non comporta alcun dispendio di denaro perché la spesa viene addebitata alla Asl di appartenenza del paziente. In realtà» spiega Cerulli «sono stati fatti tagli verticali sulla ordinazione dei farmaci, ma non per mancanza di denaro, qualcuno deve aver calcolato male l’entità di approvvigionamento annuale della farmacia ospedaliera». Il caso era esploso lo scorso marzo quando una paziente oncologica in cura al policlinico, ma residente ad Abbateggio in provincia di Pescara, venne rimandata a casa senza il farmaco salvavita.

A distanza di 7 mesi dall’episodio nulla è cambiato anche se per quel caso entrarono in azione i militari del Nas. L’obiettivo era quello di verificare i motivi che avevano determinato la mancata erogazione dei farmaci salvavita a pazienti provenienti da fuori provincia.

Anche l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci si impegnò ad affrontare la questione con i vertici della Asl teatina. Ma il problema resta e le proteste aumentano.

Sono ormai un esercito i pazienti che si vedono negati i farmaci salvavita in ospedale pur essendo residenti in provincia. «Se tutto va bene ti viene consegnato solo una scatola della medicina richiesta che spesso non riesce a coprire neppure un mese di cura» protesta la signora I.G. costretta a sottoporsi a terapia anticoagulante per un grave problema cardiaco «sono anziana e spostarmi diventa sempre più gravoso. Trovo sia disumano costringere persone sofferenti come me a prendere un bus, fare un’ora di viaggio ogni 28 giorni, tante sono le pillole nella confezione, a causa di una maldestra gestione sanitaria della Asl».