Il nuovo rettore festeggiato dopo le votazioni (foto Michele Camiscia)

Chieti, il nuovo rettore Caputi: così rilancio  la nostra università

Intervista al vincitore delle elezioni che vuole la d’Annunzio più vicina al lavoro. Promette più servizi agli studenti e mai più mortificazioni per i dipendenti

CHIETI. Al dipartimento di Scienze mediche è festa grande. La mattinata del direttore di dipartimento appena eletto rettore dell'Università d'Annunzio di Chieti-Pescara, Sergio Caputi, passa tra congratulazioni, attestati di stima e brindisi. 

Professore, l’università volterà pagina?

«Inizia certamente un nuovo percorso. Ripartiremo da quanto c’è stato di buono nel passato, vale a dire il corpo docente, i dipendenti tecnici e amministrativi e le strutture. Una base solida su cui avviare un nuovo progetto di implementazione del nostro ateneo, sia nell’ambito delle competenze che in quello dei rapporti esterni».

Il modello di sviluppo è quello del suo dipartimento?

«In 16 anni ho preso un dipartimento con una ventina di docenti e l’ho portato a diventare il più grande dipartimento dell’ateneo, con più di 100 professori e la capacità di portare alla d’Annunzio oltre il 70% delle sue risorse esterne».

Come pensa di raggiungere l’obiettivo?

«Attraverso una ristrutturazione dell’organizzazione amministrativa, una semplificazione dei regolamenti e un’attenta politica verso l’esterno. In particolare credo sia importante attivare i giusti canali di collaborazione con associazioni come Confindustria, non solo per avviare collaborazioni su determinati progetti ma anche per creare un vero e proprio ponte tra l’ateneo e il mondo del lavoro al servizio degli studenti».

La d’Annunzio ha perso molti studenti, come pensa di invertire il trend?

«Il calo è dovuto in parte a un problema di immagine, che spero di risollevare, in parte a scarse azioni di orientamento fuori regione, su cui lavoreremo, e in parte sulla scarsa attenzione ai servizi agli studenti. E anche su questo aspetto bisognerà lavorare».

A cosa pensa di dovere la sua vittoria?

«È stato un lavoro di squadra. Ringrazio gli altri candidati che si sono espressi a mio favore - Luigi Capasso, Paolo Fusero e Stefano Trinchese - e che lo hanno fatto senza chiedere nulla in cambio. C’è stata una naturale convergenza progettuale. Per il resto è stata una vittoria senza avere alle spalle alcun altro potere se non la forza delle idee».

Ha sentito il suo rivale, il professor Rino Stuppia?

«Mi ha inviato un sms di congratulazioni».

E gli ex rettori?

«Carmine Di Ilio mi ha chiamato e anche Uberto Crescenti l’ha fatto. Franco Cuccurullo mi ha inviato un sms».

Cosa farà per il caso del dg Filippo Del Vecchio, visto il provvedimento di interdizione a suo carico?

«In attesa della soluzione della vicenda giudiziaria e visto che abbiamo un direttore facente funzioni, la dottoressa Lucia Mazzoccone, che svolge benissimo l’incarico, l’Ateneo analizzerà la legittimità della posizione di Del Vecchio sotto tutti i punti di vista».

Come risolverà i problemi del personale?

«Dedicherò particolare attenzione ai dipendenti che sono stati mortificati, sia dal punto di vista economico che morale». Quale problematica ha intenzione di affrontare in via prioritaria? «Mi occuperò subito del riassetto del personale e della valutazione delle vertenze aperte, in particolare quelle Cus e Villaggio del Mediterraneo».

Qual è la cosa più bella e quale quella più brutta della campagna elettorale?

«La più bella è la compattezza del personale tecnico amministrativo. La più brutta è che la campagna elettorale è stata troppo accesa per un ateneo».

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