violenza sessuale

Chieti, il professor Sabatino rinviato a giudizio

Il Gup De Ninis rigetta la tesi della difesa: non sarebbero stati i farmaci a spingere il neonatologo a palpeggiare le 9 mamme

CHIETI. Il giudice per le udienze preliminari Luca De Ninis non concorda con l’esito della perizia condotta su Giuseppe Sabatino e decide di rinviarlo a giudizio. Ieri è arrivata l’attesa decisione: il processo inizierà il prossimo 5 aprile. La difesa del neonatologo, ex primario del reparto di Neonatologia del policlinico di Chieti, arrestato a luglio 2014 per violenza sessuale e corruzione, aveva puntato tutto proprio sulla perizia psichiatrica.

La perizia tecnica, infatti, aveva concluso che mentre il medico “palpeggiava” nove mamme dei suoi piccolissimi pazienti, non era capace di volere e la sua capacità di intendere era parzialmente scemata dovuto all’effetto che avevano su di lui farmaci assunti per curare il morbo Parkinson, patologia da cui era da tempo afflitto. Partendo da questi risultati il difensore dell’ex primario, Andrea Di Lizio, aveva sperato che la faccenda potesse chiudersi in un non luogo a procedere, ma il giudice De Ninis, insistendo su quella capacità di intendere (presente seppure in maniera ridotta) e sulla sua rilevanza giuridica, ha detto di aver valutato diversamente gli esiti della perizia e di aver ritenuto che ci fosse bisogno del dibattimento per approfondire tutti gli aspetti del caso. «Il giudice si è discostato dalla perizia. Non ha detto che è infondata, ma comunque è evidente che non ne è rimasto convinto fino in fondo», ha commentato al termine della camera di consiglio l’avvocato Di Lizio, «rispetto la posizione anche se non la condivido, perché la difesa ritiene che i periti abbiano risposto a tutto. Aspettiamo dunque il processo per portare avanti le nostre ragioni».

Ma il processo, proprio per la natura dei fatti di cui si sta parlando, è proprio quello che si sarebbe voluto evitare. Presenti ieri mattina in tribunale anche l’avvocato dell’Azienda sanitaria Lanciano Vasto Chieti, Cristiano Sicari, che rappresenta il datore di lavoro di Sabatino, e gli avvocati di parte civile Rossella Gasbarri, Marco Cozza, Luigina Castellani e Andrea D’Onofrio.

E forse proprio la tesi portata avanti dalle parti civili ha anche pesato sulla decisione del giudice: il fatto cioè che il neonatologo selezionava le donne a cui prestava “attenzioni particolari”. Vale a dire che la scelta non ricadeva in maniera indifferenziata su tutte le donne che incontrava, ma solo su alcune. Non c’era cioè un atteggiamento indistinto quale ci si sarebbe potuto aspettare da una persona che non controlla più i propri impulsi sessuali a causa di pesanti farmaci che sta assumendo.

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