Chieti, il vice sindaco si taglia metà dello stipendio Che ne pensi? Partecipa al nostro sondaggio

Provocazione di Bruno Di Paolo che invita i colleghi politici a fare altrettanto: così si risparmiano 340 mila euro l’anno

CHIETI. La richiesta, con effetto immediato, di ridurre del 50% fino al termine del mandato elettorale lo stipendio percepito in qualità di vice sindaco e assessore.

E’ stata protocollata ieri mattina all’ufficio contabile del Comune dal vice sindaco Bruno Di Paolo. Il leader di Giustizia sociale solleva, così, un altro polverone a palazzo d’Achille. «In un momento del genere, contraddistinto dalla perdita di credibilità della politica, come amministratore della città e come fondatore di un partito che non a caso si chiama Giustizia sociale, ho deciso di compiere» afferma Di Paolo «un gesto esemplare che spero altri vorranno seguire. Ai miei colleghi assessori e consiglieri darò tempo due mesi. Dopodiché, nel caso in cui nessuno raccogliesse il mio invito, sono pronto a lanciare una petizione popolare per chiedere di dimezzare gli stipendi della politica teatina».

Che, secondo il vice sindaco, ha un costo eccessivo per l’ente. Il Comune, solo nel 2011, ha speso oltre 671 mila euro per pagare gli stipendi degli assessori e i gettoni di presenza maturati dai consiglieri. «Un dato sconcertante» sostiene Di Paolo «se si tiene conto dello stato in cui versa la città. C’è una crisi occupazionale che di giorno in giorno assume proporzioni allarmanti e abbiamo registrato una crescita a dismisura dei nuclei familiari disagiati costretti a rivolgersi alla Caritas per ricevere sostegno. La politica deve dare il buon esempio».

Come? Attraverso il taglio della metà delle indennità percepite mensilmente. Il vice sindaco, poi, aggiunge. «Ci sono consiglieri, senza distinzione di schieramento, che sono costati all’ente 12 mila euro lordi l’anno. C’è chi fa politica per prendere lo stipendio» attacca Di Paolo «e questo non va bene specie in un contesto di deriva occupazionale».

Adesso bisognerà vedere se, legalmente, la richiesta del vice sindaco possa essere accota. «Se serve» avverte Di Paolo « sono pronto anche a chiedere la modifica del regolamento comunale in consiglio per poter dimezzare le indennità riconosciute all’apparato politico del Comune».

L’ente, con il taglio della metà degli stipendi ai politici, potrebbe risparmiare 340 mila euro l’anno. «Soldi da investire sul sociale. Consentirebbero di pagare ulteriori 130 contributi abitativi alle famiglie, di offrire 10 mila euro una tantum a chi è disposto ad aprire una nuova attività commerciale in città e a supportare una social card per i meno abbienti. La gente» insiste Di Paolo- «si aspetta atti concreti dalla politica».

Jari Orsini

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