Chieti in lutto, è morto a 56 anni il medico Valentini

Raccontava i colori della vita con le foto. I suoi scatti hanno commosso la città, oggi i funerali

CHIETI. Con le sue foto, Maurizio Valentini, raccontava i colori della vita. Sapeva di perdere la sfida contro la malattia. Ma prima di morire ha voluto farci scoprire l’invisibile. Maurizio era un chirurgo appassionato, come pochi, della fotografia. Aveva 56 anni. La morte se l’è portato via alla una e 44 minuti nella notte tra sabato e domenica. Per quasi due anni ha lottato contro il male, e non si è mai arreso. Rappresentava, negli anni Ottanta, la meglio gioventù di Chieti, con Mauro Ordorisio, Carlo Miglioli, Remo Di Giacomo, Fabrizio Crastia, Angelo De Cesare e poi Renato e Alessandro De Juliis e Lorenzo Spatocco. Che oggi, in cattedrale, alle 15,30, insieme a tanti altri saranno accanto alla moglie Emanuela, al figlio Davide e alla sorella Graziella. Serio, educato e con lo sguardo limpido, Valentini si era laureato in medicina a Chieti dove, a 27 anni, già lavorava e insegnava sotto la guida del microchirurgo Lucio Achille Gaspari che ieri, dopo aver appreso la dolorosa notizia, ha definito Maurizio «un professionista molto dotato. Sono sinceramente addolorato per la sua morte». Anche l’ospedale di Ortona e Pescara lo hanno visto protagonista nella sua professione che viaggiava insieme alla passione per la fotografia. Una passione che, per ben due volte, nel 2003 e nel 2007, lo ha portato a vincere il Bbc-Wildlife Photographer of the Year, tra i più prestigiosi premi di fotografia naturalistica al mondo. Con un clic, Maurizio sapeva cancellare il confine tra la fotografia e la pittura. I suoi scatti erano opere d’arte. Come le ventidue immagini esposte alla Bottega d’Arte prima di Natale. Le foto del Rio Tinto, il fiume che nasce dalle montagne della Sierra Morena e si snoda per 100 km a Sud della Spagna, erano un’impressionante esplosione di colori, che hanno commosso la città per l’autore che, nonostante la sofferenza, trasmetteva serenità. E per il fine solidale perché il ricavato è stato devoluto interamente all’istituto per minori José Soria di La Paz (Bolivia), che ospita bambini dai 6 ai 12 anni in un centro di abitazione mista per evitare la separazione dei nuclei di fratelli. Valentini e la nipote, Luigia Belli, che ha curato la mostra, tenevano particolarmente al futuro del centro boliviano. Quei ventidue scatti pittorici di un fiume che scorre in ambienti ricchi di metalli pesanti che si tingono di sfumature di colore che vanno dal rosso rubino all’ocra, fino al giallo, sono stati il suo ultimo regalo a Chieti. Erano i colori della vita che Valentini non voleva perdere. «Sono fotografie bellissime. Sono opere d’arte», gli dicevi salutandolo all’uscita. E Maurizio ti sorrideva con gli occhi. Perché avevi capito.(l.c.)

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