Chieti, incendio all’autolavaggio: è un atto intimidatorio

Secondo gli investigatori della Mobile non sarebbe l’azione di un piromane Il malvivente ha voluto dare un avvertimento, ma il movente è oscuro

CHIETI. La scena agli investigatori della squadra mobile si è presentata con tutte le caratteristiche dell’atto intimidatorio. Ma l’incendio, accaduto la sera di Santo Stefano nell’autocarrozzeria Speedcar di via Palizzi, a Chieti Scalo, si tinge di giallo considerato che il proprietario M.M. di 30 anni, non sa fornire una spiegazione a quello che è accaduto. Perché hanno voluto avvertirlo e di che? E soprattutto chi? Il giovane è incensurato, certo di non aver nemici, ieri mattina ha formalizzato la denuncia negli uffici della Questura. «Forse qualcuno invidioso che la mia attività vada bene» ha detto agli investigatori.

I poliziotti, coordinati dall’ispettore capo Fabrizio Purgatorio, ieri mattina hanno ascoltato tre testimoni negli uffici della Mobile, dopo aver eseguito un altro sopralluogo nell’autorimessa. Tra i testimoni c’è anche ragazzo che lavora nell’officina e che per primo si è accorto delle fiamme. Dopo aver avvertito vigili del fuoco e polizia, è stato anche il primo a intervenire per spegnere il fuoco. Domani sarà ascoltato un quarto testimone.

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Ancora tante sono le domande senza risposta e certo non sono state utilissime alle indagini le telecamere dello studio di un professionista che hanno ripreso il piromane con uno zaino a tracolla, mentre stava tagliando la rete di protezione dell’autolavaggio. Di aspetto robusto, si riesce a vedere solo la sagoma, ma per quanto si sia lavorato sull’immagine, il volto non è riconoscibile. Tuttavia gli investigatori hanno altre frecce al loro arco e domani andranno ad acquisire i video di altre telecamere, come quelle della banca e di un esercizio commerciale che abbiano potuto riprendere meglio e soprattutto in volto l’uomo, prima o dopo l’attentato incendiario.

Secondo gli investigatori l’attentato nell’autofficina, a poca distanza dalle Poste, ha tutte le caratteristiche di un atto intimidatorio perché il liquido combustibile è stato versato proprio davanti le due saracinesche dell’autolavaggio. Se si trattasse di un piromane, gli obiettivi sarebbero stati altri, dicono gli investigatori, come le macchine anche di un certo pregio che erano parcheggiate lì vicino. Invece i segni rilevati mostrano che si tratta di azione mirata.

La vicenda ha messo in allarme il quartiere. Ad accorgersi delle fiamme alle 19 del 26 dicembre oltre al lavorante dell’autolavaggio, altri residenti che, nelle loro case a gustarsi il calore delle feste, hanno improvvisamente sentito un odore di bruciato che proveniva dalla parte del bar Ariston.

I danni tuttavia non sono stati ingenti: una rete piegata e una vecchia Fiat Panda lambita dalle fiamme senza fare troppi danni. (k.g.)

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