Chieti, l'ospedale ai privati: piano segreto da 200 milioni

Il manager Zavattaro parla del project financing incalzato dai consiglieri Bucci, Di Labio, Febo e Salvatore. Non fa i nomi delle imprese milanesi ma c’è già una fidejussione a sei zeri

CHIETI. Un nuovo ospedale grande cinque volte il polo cardiologico. È quello che si deduce dalle parole del direttore generale della Asl Francesco Zavattaro ieri nell’aula consigliare del Comune, ex Upim, per illustrare il project financing da 200 milioni di euro presentato da una associazione temporanea di imprese. L’Ati vorrebbe realizzare il nuovo ospedale sopra l’attuale obitorio, nel quale spostare i corpi C ed F del policlinico, quelli che il perito del tribunale di Chieti ha detto «inidonei all’esercizio dell’attività sanitaria».

Il manager ieri ha accolto l’invito del consiglio comunale di confrontarsi in aula sulla situazione critica della sanità teatina. Argomento sollecitato da un ordine del giorno del capogruppo del gruppo misto Enrico Bucci, alla fine votato da 30 consiglieri.

Il direttore generale è arrivato alle 16, insieme con i dirigenti Pasquale Flacco e Eugenio Spadano. Ma ha posto subito un limite di tempo «alle 18,30 al massimo devo andare via». Pregiudiziale che, visto il lungo intervento di Bucci ha limitato quelli degli altri consiglieri, negato le domande di chi si era prenotato e scatenato la dura reazione di Gianni Di Labio: «Sua eccellenza il direttore generale ha dedicato 120 minuti alla città di Chieti».

Viabilità, liste di attesa, oncologia, Senologia e appunto il project financing per la realizzazione di un nuovo ospedale sono stati gli argomenti introdotti dall’odg di Bucci. Sull’ultimo argomento il consigliere del Pd Renato Di Salvatore ha chiesto spiegazioni. Ed è su questo tema che il manager ha voluto soffermarsi più a lungo nel tentativo di fare luce su tante zone d’ombra sia relativamente alla segretezza del progetto, ignorato fino a qualche giorno fa anche dal sindaco Umberto Di Primio, e sia per quel che riguarda i sospetti che questo ospedale a fine realizzazione possa essere gestito da privati, in cambio di un investimento tanto ingente.

Perché cinque volte il nuovo polo cardiologico?

«I corpi C ed F, che ho urgente esigenza di trasferire, sui quali grava più che un’ordinanza di sgombero della magistratura perché ha problemi di staticità», dice Zavattaro, «non possono essere spostati come proposto nel corpo M (polo cardiologico) perché ci entrerebbe solo un quinto di essi».

Il project financing sul quale per la prima volta Zavattaro esce allo scoperto è stato presentato 15 giorni fa da un gruppo di imprese che insieme alle banche hanno costituito un’Ati. «É una proposta che non è stata sollecitata né dalla Asl né dalla Regione», dice il manager, «ma presentata autonomamente da queste associazioni che hanno individuato attraverso una valutazione propria le criticità del Santissima Annunziata e deciso di investire su un nuovo complesso edilizio». Per questo progetto l’Ati, costituita da imprese che hanno già realizzato ospedali in tutto il mondo (il manager però non svela i nomi), ha già depositato 20 milioni di euro con la fidejussione di una banca australiana. Entro 90 giorni dalla presentazione la Regione ne dovrà valutare la pubblica utilità. «Il progetto, sul quale c’è stato riserbo», dice Zavattaro, «solo perché è arrivato a ridosso delle elezioni, se entrerà in gara, si costituirà una conferenza di servizi dove il Comune sarà protagonista». In cambio l’Ati gestirà i servizi, lavanderia, pulizie, mensa per 30 anni. Questo il suo guadagno.

Luigi Febo, consigliere di Chieti per Chieti ha sollevato dubbi sulle cubature inesistenti a meno che non si stravolga il piano urbanistico. Ma Zavattaro ha spiegato che i corpi C ed F verranno abbattuti.Un progetto che risolverebbe anche i problemi di viabilità considerato che verrebbero realizzati 1500 posti auto. Ma anche, a detta del manager, si ridurrebbero i tempi di spostamento degli operatori sanitari all’interno dei locali dell’ospedale di due terzi.

Insomma un nuovo ospedale che di fatto decreta la morte del policlinico, già obsoleto, tutto a rischio sismico e con due corpi da abbattere. La sanità finisce in mano ai privati.

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