in tribunale

Chieti, la Iena non diffamò il portiere De Sanctis

Luigi Pelazza assolto per il servizio sul calcioscommesse. Il giudice: esercitò il suo diritto di cronaca

CHIETI. Il gip di Chieti assolve la più graffiante delle Iene, il baffuto Luigi Pelazza, dall’accusa di diffamazione nei confronti del portiere Morgan De Sanctis, ex Napoli ed ex Nazionale, ora alla Roma di Garcia. La Iena, con il suo servizio sul calcioscommesse, non offese la reputazione del portiere ma esercitò un suo diritto. Quello di cronaca. Il giudice Antonella Redaelli, due giorni fa in tribunale, ha in sintesi applicato l’articolo 51 del codice penale. E’ un’esimente che garantisce appunto l’esercizio di un diritto. Che, nel caso della Iena con i mustacchi, era consistito nel mostrare in trasmissione delle immagini particolari come se volesse ammiccare a un coinvolgimento del portiere di origini guardiesi nello scandalo del calcioscommesse. Un fatto mai avvenuto e che quindi fece infuriare De Sanctis fino al punto di querelare per diffamzione la Iena Pelazza. Al centro di tutto c'è un video datato 9 gennaio del 2012 in cui si vede prima Cavani che segna il 4-1 del Napoli sul Lecce (il match, disputato il 3 dicembre del 2011, finì 4 a 2) e subito dopo il portiere De Sanctis che scuote la testa in un gesto d’apparente dispiacere; e dietro la rete Cristiano Lucarelli, infortunato, che informa il compagno di squadra dei minuti mancanti alla fine. Le immagini fecero il giro della rete. E le ripresero anche le Iene. «La mia era un’esultanza rabbiosa e liberatoria, altro che calcioscommesse», aveva ribattuto De Sanctis che non aveva fatto sconti a Pelazza, né ad altri due giornalisti, il lancianese Paolo Rosato, imputato anch’egli per i commenti fatti su una testata televisiva on line insieme all’ex direttore di Tuttosport, Xavier Jacobelli, sul video amatoriale divulgato da Sky dal titolo «Calcio scommesse: video choc Cavani-goal. De Sanctis si infuria, perché?». In questo secondo processo che si svolgeva a Lanciano, però, le parti si sono accordate e la querela è stata ritirata. Mentre a Chieti il giudice ha assolto l’imputato Pelazza sulla base che documentare una smorfia senza commertarla è diritto di cronaca.(l.c.)