Chieti, madre e figlio salvati dopo otto ore di intervento

Donna pescarese al settimo mese di gravidanza operata d’urgenza da 2 équipe ginecologica e cardiochirurgica per un aneurisma dissecante dell’aorta

CHIETI. Nel cuore della vita per salvare mamma e bambino. Lei, pescarese di 37 anni, è al settimo mese di gravidanza. Va dal ginecologo per un controllo e si sente male. Al pronto soccorso di Pescara sospettano un aneurisma dissecante dell'aorta e la portano d'urgenza nella cardiochirurgia teatina, guidata dal professor Gabriele Di Giammarco.

Gli specialisti del cuore, con ginecologi, neonatologi e anestesisti, cominciano un doppio intervento per salvare la vita a madre e figlio. Il bimbo viene alla luce con un cesareo, grazie all'équipe del ginecologo Luciano Di Tizio e, immediatamente, il cardiochirurco Carlo Canosa, assistito dal collega Michele Roesler, con in sala gli anestesisti Massimo Dell'Elice e Maria Piccone, comincia a operare sul cuore della mamma. Le viene sostituita tutta l'aorta ascendente, così come la valvola aortica. Le mani del chirurgo arrivano fino all'arco aortico. Lei è salva. Entrata in ospedale il 29 ottobre, domenica scorsa, ha potuto abbracciare per la prima volta il suo piccolo. La prossima settimana saranno dimessi entrambi.

Da almeno 30 anni a questa parte non si ricorda un intervento del genere nell’ospedale teatino e, dal 1983 a oggi, si contano circa 40 casi simili in Italia, quasi sempre con gravi conseguenze, 30% di mortalità del feto e 15% della mamma. In Abruzzo, dopo la prima volta nella cardiochirurgia teramana, l'anno scorso, è la seconda volta che un intervento simile viene eseguito con successo. «L'aneurisma dissecante dell'aorta è una patologia molto grave, a forte pericolo di vita per il paziente colpito», spiega Carlo Canosa, «si tratta di un'emergenza classica in cardiochirurgia. Detto in parole molto semplici l'aorta si rompe nella parete interna, e questo determina un cattivo approvvigionamento di sangue agli altri organi. Se avviene, come in questo caso, in una donna in gravidanza, compromette anche la vita del feto. In questo sta l'eccezionalità del caso trattato: due vite insieme da salvare».

Il cardiochirurgo, 44 anni, originario di Alanno, da diversi anni attivo in sala operatoria racconta quei momenti. «Siamo stati allertati all'una e mezza circa. Immediatamente abbiamo organizzato le équipe, ginecologica e di neonatologia, e iniziato entrambi gli interventi in sala cardiochirurgica. Siamo andati avanti fino alle 11 circa del giorno dopo. Ho trattato diversi aneurismi dissecanti dell'aorta, ma è la prima volta in una primipara. Con i colleghi abbiamo lavorato in una sinergia particolare, in assoluto silenzio».

La donna è rimasta a lungo in terapia intensiva. Quando ha rivisto per la prima volta il cardiochirurgo si sono semplicemente salutati, forse perché il silenzio e l'essenzialità dei gesti, in questi casi, dicono più di tanti cerimoniali e parole.

Sipo Beverelli

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