Chieti, sesso in cambio delle case popolari Le donne: pronte a inchiodare l'ex assessore

Le presunte vittime verranno ascoltate nell’incidente probatorio, intanto emergono altre testimonianze inquietanti

CHIETI. Era andata nell’ufficio dell’assessorato alle Politiche della casa, in viale Amendola, per chiedere una casa, ma sarebbe stata assaltata da Ivo D’Agostino che avrebbe tentato di palpeggiarla nelle parti intime. Così una delle cinque che hanno denunciato l’ex assessore è riuscita a scappare, cercando in un italiano stentato «la polizia», ma l’hanno portata dai vigili urbani, il cui assessorato di riferimento era quello di D’Agostino. Una beffa che non ha intaccato la sua forza d’animo: da sola, il 6 giugno, ha trovato il coraggio di andare in questura e denunciare l’abuso. Lei e le altre quattro, giovedì nel corso dell’incidente probatorio, sono state chiamate a confermare il contenuto delle denunce in cui si parla di palpeggiamenti, approcci sessuali sulla scrivania dell’ufficio da assessore, talmente pesanti da schiacciare in cambio di una casa parcheggio.

Giovedì mattina le accusatrici saranno ascoltate in cross examination, ovvero in contraddittorio fra accusa, la pm Lucia Anna Campo, e difesa, rappresentata dagli avvocati Edgardo Ionata e Domenico Di Terlizzi, di Trani (Bari), subentrato subito dopo la rinuncia di Mauro Faiulli.

«Sono intenzionate ad andare fino in fondo e a costituirsi parte civile qualora si andasse a dibattimento», conferma l’avvocato teatino Nicola Apollonio, che assiste tre delle giovani. Sono racconti pesanti come macigni, quelli raccolti dalla squadra mobile, accuse da confermare, ma tutte simili fra loro, nonostante le cinque giovani non si conoscano. Di fronte al giudice per le indagini preliminari Paolo Di Geronimo troveranno il coraggio di riferire ancora una volta come D’Agostino avrebbe tentato di baciarle e approcciarle sessualmente quando si rivolsero a lui in qualità di assessore alle Politiche della casa. «Potrò esaminare il fascicolo soltanto domani (oggi per chi legge, ndc)», continua Apollonio, «ma le mie assistite mi hanno già raccontato alcune circostanze riferite alla Mobile. Ne emerge un quadro sconfortante, sembrerebbe essere in atto un sistema di cui questa è solo la punta dell’iceberg».

Le presunte vittime potrebbero essere molte di più, considerato che i fatti contestati a D’Agostino sono avvenuti dalla fine del 2011 fino a poche settimane fa. «L’idea che mi sono fatto», conferma l’avvocato Apollonio, «è che questa vicenda sia la prima di qualcosa che avveniva già da tempo». L’incredibile forza d’animo delle cinque che hanno denunciato le violenze sessuali potrebbe spingere altre a superare la paura per far valere i propri diritti di donne e di cittadine. Francesca Rapposelli

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