Chieti, stop per il Megalò 2: parere negativo del Via

Per la commissione regionale è improcedibile. La ditta va al contrattacco contro la bocciatura

CHIETI. La Regione dà lo stop a Megalò 2. Il Comitato per la Valtazione di impatto ambientale boccia la variante al progetto proposta dalla società Sile Costruzioni di Bergamo e dal progettista teatino Domenico Merlino. Preceduto da giorni di proteste politicamente trasversali, ieri mattina all’Aquila si è riunita la commissione. Il progetto di Megalò 2 doveva essere discusso al primo punto all’ordine del giorno, ma poi è slittato alla fine, per poter ascoltare i rappresentanti di Confcommercio (che avevano portato all’Aquila pullman di manifestati contrari all’iniziativa) e anche il consigliere regionale dei 5 Stelle Sara Marcozzi. Per la Sile Costruzioni, che ha rilevato il progetto dalla Sirecc «finita in fallimento», ha detto l’ingenger Merlino, «proprio perché i lavori a Santa Filomena non sono mai iniziati», ha preso la parola la presidente Monica Locatelli. Dopo aver ascoltato tutti, la commissione presieduto dal direttore generale della Regione Cristina Gerardis (e composta da Longhi, Celupica, Ciamponi e Ciuca) ha fatto sapere che avrebbero ufficializzato il parere il mattino successivo. Ma l’attesa, soprattutto a Chieti, era molta e già in serata le notizie hanno iniziato a rincorrersi tra loro. Alla fine anche l’ingegner Merlino, che il giorno prima in un “uno contro tutti” aveva risposto alle critiche di commercianti e ambientalisti, ha dovuto prendere atto della bocciatura. Che è piena e totale, perché non viene sbarrata la strada solo alla variante del progetto iniziale, ma anche allo stesso progetto iniziale.

Merlino aveva sempre confidato nel fatto che, se non avesse ottenuto il parere positivo del Via, avrebbe comunque potuto far partire i lavori del vecchio progetto, già completamente autorizzato. I lavori sarebbero dovuti partire ad aprile, aveva annunciato il progettista, e si sarebbero conclusi a settembre del 2018. E invece, dice l’ingegnere, «ci hanno anche annullato l’efficacia delle autorizzazioni che avevamo prima». La motivazione sta nel fatto che, continua Merlino, «il parere espresso cinque anni fa decade il 12 aprile prossimo ed è chiaro che entro quella data noi non possiamo realizzare alcunché. Ci hanno accusato di non aver ottemperato alla prescrizione di realizzare l’opera, cosa che non abbiamo potuto fare perché un altro organismo della Regione, il Genio Civile, aveva bloccato i lavori».

L’ingegner Merlino annuncia subito un ricorso al Tar: «Dobbiamo ancora leggere con attenzione le motivazioni, ma con grande probabilità possiamo già annunciare sin da ora che ci sarà un ricorso al Tar. Qui, a prima vista, sembra tutto illegittimo. E, se così è, chiederemo anche i danni».

Tra le motivazioni della decisione del Via, che definisce l’argomento improcedibile, c’è una sollecitazione avanzata dalle associazioni ambientaliste e dei commercianti: ovvero che, da quando è nato il primo Megalò sono intervenuti fattori che hanno di fatto modificato le condizioni ambientali socio-economiche e infrastrutturali della zona.

Il Comitato, infine, conferma il parere rilasciato una settimana prima, lo scorso 16 marzo, quando aveva dato parere positivo alla realizzazione delle opere idrauliche per mettere in sicurezza il sito in riva al fiume Pescara. Ma quelle opere erano a carico del privato, vale a dire della Sile Costruzione che ora, non potendo più realizzare il nuovo insediamento commerciale, non avrà più interesse a realizzare anche le opere di messa in sicurezza.

Il progetto prevedeva una serie di palancole metalliche, infisse per 4 metri dentro il terreno e oer 2 metri di altezza fuori. Con questo sistema l’altezza limite della piena in corso di esondazione poteva raggiungere i 34 metri.

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