Chieti, subisce gravi lesioni durante la colonscopia

Il medico del Policlinico sbaglia e inserisce la sonda nella vagina di una malata di tumore. La donna di 81 anni ha riportato ferite interne e una infezione: esposto in Procura

CHIETI. Prenota un colonscopia al policlinico teatino, ma al momento di effettuare l’esame il medico sbaglia accesso e il sondino finisce in vagina.

Un errore inaccettabile del quale peraltro lo specialista si è reso conto solo dopo diversi minuti di esplorazione dell’organo riproduttivo. Manovre sbagliate che avrebbero provocato alla paziente infezioni dolorose e di lunga durata. La storia che ha dell’incredibile è accaduta a M.C.F., ex insegnante di 81 anni, malata oncologica da 8 e residente a Pineto.

«È successo il 20 giugno scorso» racconta l’anziana con un velo di imbarazzo «un fatto grave che non fa di certo onore allo specialista che, per quanto mi riguarda, non conosce l’anatomia femminile nè come medico e neppure come uomo. Riflessione che ho espresso in modo diretto alle persone presenti in quel momento in ambulatorio».

La signora M.C., prima della cantonata presa dal medico, si era sottoposta già diverse volte a quel tipo di indagine dal momento che 8 anni fa le era stato diagnosticato un tumore proprio al colon. «Dunque, conosco perfettamente come affrontare la fase preparatoria all’esame in questione. Sono una donna anziana, malata e costretta su una sedia a rotelle per problemi alle articolazioni, ma il cervello» sottolinea con orgoglio «mi funziona ancora benissimo. Dico questo perché quando poi il medico si è accorto dell’errore commesso ha tentato di effettuare la colonscopia nel modo giusto, ma l’aria introdotta per sbaglio in vagina ha gonfiato in modo esagerato l’addome. Tanto» prosegue l’ex insegnante, «da non permettere l’introduzione del sondino. A quel punto mi è stato riferito, ma dopo una abbondante ora di attesa fuori dall’ambulatorio, che l’esame non poteva essere eseguito perché non avevo seguito in modo corretto le regole per la preparazione all’indagine endoscopica. Regole» sostiene l’81enne «che invece ho rispettato scrupolosamente sotto la guida del mio medico».

Insomma, oltre al danno la beffa di dover tornare a casa senza aver effettuato l’esame.

«Il fatto inquietante» aggiunge l’insegnante in pensione «è che ci sono voluti una buona decina di minuti al personale ospedaliero presente per capire che l’accesso era stato sbagliato. Mi chiedo come sia possibile scambiare, attraverso le immagini trasmesse dal monitor, un tessuto dell’apparato genitale con quello intestinale. Va detto che dopo aver preso consapevolezza della cantonata il medico si è più volte scusato attribuendo la colpa dell’errore non certo a una sua “distrazione”, ma al fatto che non ero stata posizionata sul lettino in modo corretto a causa dei miei problemi articolari agli arti inferiori. Patologia che in realtà non ha mai interferito alle precedenti e tante colonscopie alle quali mi sono sottoposta nell’arco di 8 anni».

La signora svela che quell’errore grossolano ha provocato gravi disturbi all’apparato genitale con dolori lancinanti. «Per questo ho deciso di scrivere una lettera di protesta al direttore generale della Asl, Pasquale Flacco, e al responsabile del reparto specialistico del policlinico» aggiunge l’81enne «a onor del vero ho ricevuto la risposta da parte del medico del reparto che ha ammesso l’errore, ma che subito dopo ha sottolineato che casi come il mio sono rarissimi. Una casistica bassa che però non giustifica il fatto accaduto in una struttura sanitaria pubblica e all’alba del terzo millennio. Errori di questo genere sono inammissibili anche perché, per quanto mi riguarda, dopo quella manovra sbagliata sono sopraggiunte delle infezioni dolorose che sono riuscita a risolvere dopo settimane. La questione non finisce qui» annuncia la combattiva ex insegnante «ho dato mandato al mio avvocato per un esposto in Procura sui fatti accaduti».