Chieti, tornano le barelle lungo i corridoi dell'ospedale 

Il Tribunale per i diritti del malato contro i tagli di Chiodi: situazione scandalosa nella Asl teatina

CHIETI. Sono sedici i pazienti in barella ricoverati nei corridoi dei reparti del clinicizzato tra Clinica medica (5), Patologia medica (5), Semeiotica medica (3) e osservazione breve (3).

Aggiornato a ieri, il bollettino del disagio viene comunicato dal Tribunale per i diritti del malato. Notizie fresche che fanno da introduzione al commento velenoso sugli ulteriori tagli in arrivo nella scia della spending review. Provvedimento che la Asl, con le riserve espresse la scorsa settimana dal manager Francesco Zavattaro sull'opportunità delle nuove riduzioni alla sanità pubblica, dovrà tradurre in pratica con il non preventivato Atto aziendale 2012-2013.

E' drastico Aldo Cerulli, segretario regionale di Cittadinanzattiva-Tdm d'Abruzzo, sulle misure annunciate dalla direzione generale di Colle dell'Ara. «Tagliano 80 posti letto e trasformano 20 unità operative ospedaliere in unità dislocate sul territorio», attacca Cerulli, «risvolto quest'ultimo che non farebbe una piega se non fosse che lo spostamento verso servizi extraospedalieri è coniugato al presente ma è sottinteso a un futuro indeterminato. Ma la situazione grida allo scandalo», incalza, «se solo si pensa che siamo al quarto anno di commissariamento e che il commissario Gianni Chiodi dice di aver riportato la spesa alla normalità. Si pensa a tagliare su tutto», passa così al cuore delle sue argomentazioni Cerulli, «ma non si pensa a tagliare l'inefficienza che regna al policlinico, che ancora oggi si chiama inappropriatezza dei ricoveri. Inefficienza che nella favola divulgata dai grandi pensatori della nostra sanità era attribuita alla gente, desiderosa di ricoverarsi in ospedale anche per le emicranie e i mal di pancia, mentre nella vita reale di questa Asl i ricoveri inappropriati sono favoriti da un apparato che inchioda ai letti i pazienti in attesa di esami strumentali come le Tac, una perdita secca di denaro al costo di 800 euro al giorno per letto occupato. E così accade anche che i referti con le diagnosi rimangano fermi in attesa di volenterosi che li spostino da un livello all'altro, operazione semplice che però crea il presupposto della dimissione e si trasforma in risparmio sonante. E' così», prosegue, «che si spiega il triste e poco dignitoso fenomeno dei pazienti esposti nei corridoi. E' bene che la gente lo sappia, perché in questa sarabanda di nuovi atti aziendali, riordini e rimodulazioni sarà sempre il paziente a rimetterci fino a quando l'organizzazione ospedaliera mostrerà queste falle clamorose».

Francesco Blasi

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