Chieti, università: a rischio lo stipendio di oltre mille dipendenti

Vacca non firma il mandato di pagamento per il personale e i fornitori

CHIETI. Il decano Michele Vacca non vuole rischiare. Con lo statuto universitario che non contempla la completa decapitazione dell’istituzione e quindi non dice chiaramente cosa il reggente può o non può fare, Vacca aspetta lumi dal Ministero e dalla Procura. Così non firma il mandato di pagamento per gli stipendi di circa 1.100 dipendenti e non ritira la sospensione dal lavoro per il senatore accademico e sindacalista Goffredo De Carolis così come chiesto da una petizione con 330 firme, vale a dire quasi tutto il personale tecnico e amministrativo.

Nella tarda mattinata di ieri il professor Vacca ha convocato i sindacati. Ufficialmente si sarebbe dovuto parlare solo del caso De Carolis, così come espressamente richiesto dalle organizzazioni sindacali, ma il decano ha detto che voleva parlare dell’intera situazione che sta vivendo l’ateneo. Ha cercato di rasserenare gli animi, chiedendo di rendere il clima meno avvelenato. Ma non ci è riuscito. Perché ha aggiunto che non sapeva se poteva firmare il mandato di pagamento sia per gli stipendi che per i fornitori. Ha fatto sapere che il giorno prima aveva scritto a Ministero e Procura su come doveva muoversi, ma non aveva ricevuto risposte da nessuno dei due enti.

Ha affrontato anche il caso del senatore accademico sospeso per tre mesi dal lavoro per un intervento in Senato accademico sullo stipendio del direttore generale Filippo Del Vecchio. A questo proposito il decano ha detto che, dal punto di vista personale, mai avrebbe voluto far andare avanti il procedimento disciplinare nei confronti di De Carolis, ma che non aveva il potere di fermarlo.

Su queste basi appare chiaro che il tentativo di riportare un po’ di pace in università non può riuscire. L’allarme, infatti, si diffonde subito sia sul fronte stipendi che su quello del caso De Carolis.

Spunta anche una mail dei sindacalisti Cisapuni (il sindacato più vicino all’ex vertice universitario) Alessio Peca e Marco Costantini che chiedono agli uffici finanziari di diffondere un comunicato affinché i dipendenti siano informati. Gli stipendi vengono pagati il 25 di ogni mese, ma perché la banca possa erogare le poste occorre che arrivi un mandato di pagamento dall’università almeno una settimana prima. E ormai siamo agli sgoccioli. Lo statuto universitario, però, all’articolo 18, dice che nel caso «di anticipata cessazione del rettore dall’ufficio, le funzioni del rettore sono temporaneamente esercitate dal decano».

Sul fronte del caso De Carolis, infine, i sindacati hanno confermato lo sciopero generale indetto per il 3 aprile. L’università rischia il blocco, in un momento di già gravissime difficoltà.