Chiude la caserma. Il sindaco: adottiamola

Pizzoferrato, carabinieri verso il trasferimento. Fagnilli: chi si accolla spese le detrae dalle tasse

PIZZOFERRATO. «Un politico o un privato adottino la caserma dei carabinieri di Pizzoferrato». È l’appello, provocatorio, del sindaco Palmerino Fagnilli per sensibilizzare istituzioni e politica al tema della sicurezza pubblica nelle zone interne. La caserma di Pizzoferrato figura, infatti, tra quelle che dovrebbero essere chiuse. Ma l’amministrazione comunale, insieme a quelle di Gamberale e Montenerodomo, sta cercando di opporsi per evitare che il territorio rimanga sguarnito di un presidio importante, ma i fondi per sostenere il costo della caserma non ci sono. Mantenerla costerebbe circa 2 mila euro al mese, 24 mila l’anno.

«Costi che un politico o un privato potrebbero detrarre dal fisco in virtù della legge sulla montagna», spiega il primo cittadino, «i cittadini, attraverso il Comune, per il 2013 hanno già contribuito alle finanze nazionali con 143 mila euro di Imu, 50 mila di Tarsu e 82 mila grazie ai tagli dei trasferimenti». I carabinieri andrebbero via in un periodo in cui gli episodi di microcriminalità sono aumentati. «A difesa del presidio ci sarà anche una petizione popolare», annuncia il primo cittadino, «che verrà inviata, con richiesta di incontro, al presidente della Repubblica, a quello del Consiglio, al ministro degli Interni, al comandante generale dei carabinieri e a quello della legione Abruzzo, con la proposta di ricorrere anche ai carabinieri ausiliari, come si faceva fino a qualche anno fa. Gli episodi di delinquenza, ormai, sono “all’ordine della notte”», continua Fagnilli, «non si limitano più agli esercizi commerciali, ma colpiscono in modo diffuso anche le abitazioni».

L’ultimo qualche notte fa, in contrada Castiglione, avvenuto mentre i proprietari di casa dormivano: i ladri hanno portato via per lo più salumi. «La presenza delle forze dell’ordine è insostituibile», ribadisce il sindaco, «non è possibile il ricorso ad altri rimedi, talvolta anche costosi, come la vigilanza privata. Lo Stato non può abbandonare i cittadini e questi territori a se stessi con la scusa della crisi e della razionalizzazione della spesa pubblica. Le riforme sono necessarie, ma bisogna tener conto delle specificità. Nei tre comuni dei Monti Pizzi interessati vi sono oltre 2 mila seconde case, il villaggio turistico più grande dell’Appennino. Come si può pensare di razionalizzare e tagliare la rete della sicurezza su questo territorio?». (s.so.)

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