Cieco dopo l’operazione chirurgica: sulmonese fa causa all'Asl di Chieti

Sarà un perito a stabilire le cause delle problematiche fisiche e a individuare il grado di invalidità

SULMONA. Sarà un perito a stabilire le cause delle problematiche fisiche e a individuare il grado di invalidità. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Chieti, Lucio Luciotti, nel corso del procedimento giudiziario avviato in seguito alla denuncia di un professionista sulmonese che ha perso la vista, rimanendo invalido al cento per cento, dopo un intervento cardiochirurgico all’ospedale di Chieti. La storia era iniziata nel settembre 2003, quando il professionista, all’epoca 39enne iniziò ad avvertire limitazioni fisiche e difficoltà respiratorie. Preoccupato si sottopose ad un check-up presso l’unità operativa di cardiologia del presidio ospedaliero di Sulmona; dopo i dovuti esami gli venne diagnosticato un aneurisma dell’aorta. E così fu trasferito nel reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Chieti. L'intervento era il cosiddetto “Bentall”, che avrebbe dovuto risolvere tutte le patologie cardio- vascolari riscontrate, dato il carattere definitivo dell’operazione chirurgica. «Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto», spiega il legale del professionista sulmonese, l’avvocato Pierluigi Giampaolo di Popoli, «il paziente, infatti, contrariamente al programma cardio-chirurgico concordato con i sanitari, non venne sottoposto all’intervento di Bentall, ma viceversa all’intervento di David, per il quale il mio assistito non aveva dato il proprio consenso al momento della sottoscrizione dell’informativa. La perizia di due specialisti ha evidenziato l’incontrovertibile inadeguatezza dell’intervento chirurgico e del relativo trattamento sanitario operato dai sanitari del presidio ospedaliero di Chieti».

Da qui la decisione di fare causa alla Asl di Chieti alla quale la famiglia del professionista ha chiesto un risarcimento di un milione e 200mila euro.

Claudio Lattanzio

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