Cinquemila no alla ricerca del petrolio

Corteo in città con politici, associazioni e gente comune per rilanciare la regione verde

LANCIANO. Bagnati, ma soddisfatti. Così gli oltre 5mila abruzzesi in marcia contro il petrolio dal quartiere Santa Rita fino in piazza Plebiscito. Un lungo corteo variopinto per colori e provenienze che per la prima volta ha mischiato gente comune e istituzioni, votati e votanti, politici e sindacati, fasce tricolore e cappellini. Tutti sotto gli stessi ombrelli, per chi ce l'aveva, con la camicia inzuppata, ma dietro un unico slogan "No al petrolio in Abruzzo". I gonfaloni sono arrivati per primi. Insieme sindaci e assessori di 54 Comuni hanno sfilato in testa a un corteo mai così eterogeneo.

Destra, sinistra, centro, valle, costa e collina: l'Abruzzo del "No al petrolio" ieri pomeriggio era tutto concentrato a Lanciano. Un'onda di teste, di idee e di provenienze che ha messo per un giorno tutti d'accordo. E la pioggia, insieme alla grandite, incessante e violenta, ha unito e accelerato la marcia verso la piazza quasi a sfidare la voglia di restare per «salvare l'Abruzzo».

I politici a fianco delle comunità, i sindaci insieme ai loro cittadini, le associazioni a fare da collante e i manifestanti a colorare il tutto. Una protesta «riuscita fin dall'inizio», secondo gli organizzatori che hanno contato punte di 8mila presenze e che le forze dell'ordine hanno invece calcolato in 5mila con la constatazione, tuttavia, che la pioggia ne abbia disperse parecchie durante il tragitto e che «sarebbero potute essere almeno il doppio in una giornata di sole».  «Questa è la manifestazione degli abruzzesi», ha commentato Alessandro Lanci di Nuovo Senso Civico, l'associazione che ha organizzato la manifestazione, «non ci sono colori politici, ma solo buone intenzioni. Chi intende strumentalizzare questa giornata dovrà fare i conti con le migliaia di cittadini scesi in campo oggi».

Straordinaria la presenza degli amministratori locali: 54 sindaci e decine di assessori e rappresentanti politici di ogni schieramento. «Dobbiamo rilanciare l'idea del Parco della Costa teatina», ha commentato il sindaco di San Salvo, Gabriele Marchese, «si tratta di un'opportunità per ripensare totalmente la vocazione del territorio. Ci sono 4 milioni di euro fermi per la realizzazione del progetto perché Regione e Provincia ancora non hanno perimetrato quella che dovrebbe essere l'area da tutelare».

Come lui anche gli altri sindaci della costa dei Trabocchi: Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Vasto e Fossacesia. In piazza hanno sfilato gli scout, delegazioni di studenti, associazioni di categoria, qualche cantina sociale "sfuggita" per qualche ora all'appuntamento di Cantine Aperte, parrocchie, baby sindaci, e poi ancora trattori, ragazzi a cavallo, l'associazione "Il Mastrogiurato" con gli "Sbandieratori e musici della città di Lanciano" e alcuni volti noti della politica e della carta stampata come Grazia Francescato, già presidente del Wwf e dei Verdi e oggi dirigente nazionale del movimento Sinistra ecologia e Libertà, Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf, Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, e Giulio Borrelli, volto storico del Tg1.

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