OMICIDIO DI MARCO

Cipressi a processo con il rito abbreviato 

Il giovane uccise con un coccio di vetro il musicista teatino trentanovenne.  La difesa del ventiquattrenne punta allo sconto di pena in caso di condanna

CHIETI. Emanuele Cipressi potrà difendersi dall’accusa di aver ucciso volontariamente Fausto Di Marco in un processo che verrà celebrato con rito abbreviato. Rito che prevede, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena.
Cipressi, 24 anni, accusato di aver ucciso il musicista teatino Di Marco, ha chiesto, attraverso i suoi avvocati Marco Femminella e Omar Sanelli di accedere al rito abbreviato condizionato a una nuova perizia o, in subordine, a un abbreviato semplice, senza condizioni.
Il giudice Isabella Allieri ha accettato la richiesta di rito abbreviato, ma non quella relativa al condizionato. Non ha ammesso, cioè, la richiesta dei due avvocati della difesa di portare nel procedimento un’ulteriore perizia realizzata sul corpo di Di Marco. La perizia era stata redatta dal medico legale Massimo De Pascalis che aveva portato a termine una valutazione sulle risultanze dell’esame autoptico condotto sul cadavere di Di Marco.
L’analisi sarebbe servita alla difesa per portare avanti una ricostruzione dei fatti diversa, almeno in parte, da quella del pubblico ministero. Lo scopo era quello di qualificare in maniera diversa l’ipotesi di reato, non tanto per quanto riguarda l’imputazione di omicidio, quanto per quel che concerne due pesantissime aggravanti. Cipressi, infatti, è accusato di aver ucciso Di Marco dopo una lite scoppiata per futili motivi e dopo che Di Marco, a causa di qualche bicchiere di troppo, non era in grado di difendersi perfettamente, non essendo pienamente in sé. Scrive infatti il sostituto procuratore Giancarlo Ciani, titolare dell’inchiesta: «Cipressi ingaggiava una discussione con Di Marco, quindi fronteggiava lo stesso che si trovava in evidente stato di ebbrezza alcolica impugnando una bottiglia di vetro dopo averla infanta e iniziava a colluttare con la vittima. Nel corso della colluttazione attingeva il Di Marco all’altezza del collo, lato sinistro, recidendo la vena cava solcante il collo stesso, aprendo uno squarcio lungo e profondo. In conseguenza di tale ferita il Di Marco cadeva in terra e, pochi istanti dopo, moriva dissanguato. Fatto aggravato dall’essere stato commesso per futili motivi, rappresentati dal fatto che l’aggressione aveva luogo in quanto il Di Marco aveva lanciato un bicchiere di plastica contro» una ragazza che si trovava con loro nel locale di via Pescara, «non attingendo la stessa, ma raggiungendo il Cipressi che, in conseguenza, reagiva».
Saranno proprio le due aggravanti della minorata difesa della vittima e dei futili motivi per cui è scoppiata la lite i punti sui quali si impernierà la difesa.
In particolare, l’episodio banale che ha scatenato la violenza del ventiquattrenne scalino, potrebbe non essere stato così tanto banale, almeno a giudizio della difesa che tenterà il tutto per tutto per evitare al giovane di Chieti Scalo un futuro fatto di anni in cella.
Era la notte del 9 ottobre dell’anno scorso quando il musicista di Filippone e il giovane scalino si trovarono faccia a faccia in un circolo privato di via Pescara, che oramai ha chiuso i battenti. La serata era quasi finita. Era passata in allegria con Di Marco che progettava una possibile esibizione nel circolo scalino. Intorno alle 4 di notte, tutti stavano per rientrare a casa e chiudere una notte come tante di movida scalina. Cosa ha scatenato la furia di uno contro l’altro è ancora tutto da accertare.
Cipressi è rinchiuso da allora nel penitenziario di Madonna del Freddo.
Il fratello del musicista, Pio Di Marco, si è costituito invece in giudizio come parte civile. L’omicidio ha profondamente scosso la città. Sono diverse le iniziative sorte in città per dire no alla violenza e per ricordare il musicista teatino, morto a soli 39 anni.
Per Cipressi il sostituto procuratore Ciani ha richiesto il giudizio immediato e il giudice per le indagini preliminari Antonella Redaelli lo ha subito concesso.
Ieri mattina il giudice Allieri ha invece accettato la richiesta di rito abbreviato, respingendo quella di rito condizionato e ha fissato per il 25 settembre il processo col rito abbreviato.
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