«Clienti e territorio restano al primo posto»

Serafini: continuiamo la nostra attività ma con una macchina più potente A Lanciano una direzione territoriale con sotto aree dal nord Puglia ad Ancona

LANCIANO. «Il personale della banca e il territorio restano al centro: continuiamo il nostro percorso, solo che lo facciamo con una macchina più potente». Alla fusione della Banca popolare di Lanciano e Sulmona nella “Grande Bper”, il gruppo bancario emiliano, manca ormai un mese (27 maggio). Il direttore generale della Bls, Guido Serafini, fa il punto con il Centro su nuovo assetto bancario, personale e rapporto dell’istituto di credito con il territorio.

Direttore Serafini, qual è lo stato dei conti della Bls in vista dell’incorporazione in Bper?

«Il 2012 è stato chiuso con un utile netto di circa cinque milioni di euro (contro i 17 di fine 2011, ndc). Lo stato dell’economia si riflette sulla qualità del credito, tuttavia sono stati assorbiti i riverberi negativi ed è stata assicurata redditività ad un certo livello. È sicuramente un risultato da crisi economica, ma non è da tutti. Quello in Bper, quindi, è un passaggio di crescita, non di sostegno. Il progetto che il gruppo persegue è potenziare la presenza sul mercato».

È imminente la fusione con Bper, che cosa cambierà?

«È un cambiamento nel quale siamo chiamati a impegnarci per confermare la capacità di servizio, che sarà estesa nel tratto costiero di Molise, Abruzzo e Marche. Ci sarà un’organizzazione a livello centrale dalla quale dipenderà una direzione territoriale, divisa in area mercato e area crediti, quest’ultima con poteri di delibera significativi».

Quanti sportelli si perderanno?

«Gli sportelli saranno tutti Bper. La direzione territoriale Lanciano avrà tre sotto aree: Lanciano, il nucleo di insediamento storico; Campobasso, da Vasto fino al nord della Puglia; e Pescara, fino ad Ancona. Cediamo gli otto sportelli in provincia dell’Aquila e ne guadagniamo tre. C’è una logica di coerenza geografica che tiene conto degli aspetti logistici. Sulle insegne è in atto una fase di studio per il passaggio da un brand all’altro. Al momento non è un cambiamento urgente».

Direttore, che prospettive ci sono per il personale?

«Nella divisione territoriale vengono svolte attività di polo, che restano sul territorio ma sono a favore di tutto il gruppo. Il Polo è un’opportunità di conservare le risorse: già 20 persone sono state destinate a queste attività, ma ci sono altre due fasi che porteranno a un incremento dei numeri. Ci sono inoltre i presidi, uffici distaccati di Bper presso le direzioni territoriali nei quali sono impiegati dipendenti locali. Diverse persone, anche giovani, hanno comunque manifestato interesse a spostarsi a Modena».

Quanti dipendenti perderanno il posto?

«Il piano di uscita incentivata ha riguardato coloro che maturano i requisiti alla pensione. Si tratta di 15 dipendenti: tre sono già usciti, gli altri lo faranno entro il prossimo giugno».

Che fine farà il consiglio d’amministrazione Bls?

«A livello locale avremo un comitato, formato dagli amministratori attuali di Bls che continuerà ad avere un ruolo di raccordo con il territorio, svolgerà un’attività nel campo delle forme di contributo che Bls ha sempre rivolto alle aree in cui opera e avrà funzione consultiva su alcune materie».

E il rapporto con il territorio come sarà?

«Il comitato resta proprio con questa funzione, in continuità con quello che Bls è stata fino ad oggi. Questo denota la volontà di conservare un forte legame con il territorio. La riorganizzazione nella fusione con Bper privilegia la commercialità, quindi il rapporto con la clientela che ci impegniamo a non perdere ma piuttosto ad accrescere».

Direttore Serafini, quale appello si sente di fare alle imprese e agli operatori del territorio, dove nel 1962 Bls nacque?

«La clientela potrà continuare ad avere un rapporto con le nostre filiali in continuità e in più percepirà una crescita della capacità di offerta, grazie al contributo lavorativo dei dipendenti che sono stati e sono il punto più qualificato del nostro modo di essere».

Stefania Sorge

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