Code e disagi alle cancellerie

Il Comune sollecita un incontro con la Provincia.

CHIETI. Disagi e difficoltà per gli avvocati creati dai risicati spazi di un tribunale agibile a metà. Anche ieri ci sono state code davanti alle cancellerie oltre a un procedere «a turno» nelle stanze delle udienze civili condivise da più giudici. Le toghe teatine si lamentano e chiedono che la questione degli uffici giudiziari si risolva al più presto. Gli avvocati rappresentano l’utenza che non si risparmia in proteste per le «lungaggini» delle procedure, aggravate dopo l’inagibilità parziale del palazzo di giustizia causata dal terremoto. Il presidente Camillo Tatozzi, presente nelle recenti riunioni istituzionali, quando ha comunicato i disagi della categoria, alza le mani e confessa che il problema non può essere risolto dall’ordine forense. «Ci sono questioni finanziarie e logistiche», dice, «le scelte sono del presidente del tribunale, le soluzioni degli enti interessati.

Il problema si fa comunque più difficile considerando che la maggior parte dei colleghi vuole che gli uffici restino in centro». Intanto l’assessore all’urbanistica Valter De Cesare, quello ai lavori pubblici Luigi Febo e il sindaco Francesco Ricci hanno incontrato il neo presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, al taglio del nastro del Villaggio e hanno sollecitato un incontro urgente. Il nodo da sciogliere non solo per una soluzione immediata e temporanea sulla locazione degl uffici giudiziari, sta nella disponibilità dei locali della Provincia, del vecchio ospedale, proprio dietro il palazzo di giustizia. Una volta avuto il via libera si potranno sgomberare le stanze dell’edificio inagibile per trasferire gli uffici nel vicino palazzo Mezzanotte.

Certamente è necessario sapere che tipo di lavori si dovranno realizzare per ridare l’agibilità completa al palazzo di giustizia. Se di lieve intervento di consolidamento oppure di un più importante azione di rifacimento. Un nodo che, nella prima ipotesi, potrebbe consentire una limitata compresenza degli uffici durante i lavori. Questione appesa al giudizio della commissione tecnica della Provincia. Che tuttavia sembra che verbalmente abbia già espresso una valutazione positiva sulla probabilità di lavori di solo consolidamento. Se nell’incontro con Di Giuseppantonio, il neo presidente dovesse dare la disponibilità del vecchio ospedale, dal protocollo d’intesa Provincia-Comune si passerebbe alla fase contrattuale.

Il Comune, senza bisogno di fondi ministeriali sul terremoto, per una soluzione temporanea del problema, prenderebbe in affitto palazzo Mezzanotte di proprietà privata, invece di pagare il canone alla Provincia per il vecchio ospedale e per lo stesso palazzo inagibile, verso un appianamento definitivo del problema, garantirebbe la ristrutturazione di entrambi gli edifici, attuando così il progetto della cittadella giudiziaria. Se i fondi del ministero dovessero arrivare, sarà un vantaggio in più.