Comune, maggioranza in crisi ma il sindaco nega l'ipotesi ribaltone

Il sindaco nega: non sostituirò nessuno se non per migliorare l'azione amministrativa

CHIETI.«Sono uscito dall'aula e non ho votato la delibera di dimensionamento scolastico perché non ho condiviso le modalità con cui il provvedimento è stato trattato dall'assemblea cittadina. Se una delibera di giunta arriva in consiglio va solo votata». Vincenzo Ginefra, capogruppo Pdl, non le manda a dire e sconquassa gli equilibri sottili di una maggioranza in presa ad una crisi di nervi. La coalizione di centrodestra è a un bivio.

Ostenta unione e sinergia di intenti ma, in concreto, è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare da un momento all'altro. E' strano a dirsi ma i partiti di opposizione non sono causa dei mali dell'amministrazione guidata dal sindaco Umberto Di Primio. Anzi il centrosinistra guarda alla finestra l'evolversi degli eventi fregandosi le mani. «Questa non è una coalizione ma un semplice cartello elettorale», ribadisce Enrico Iacobitti, segretario cittadino del Pd, «che va avanti con estrema fatica e con numeri sempre più risicati in consiglio».

I problemi politici, non a caso, sono tutti interni alla maggioranza mai così spaccata dalla vittoria trionfale alle elezioni. Cinque consiglieri di area moderata definiti dissidenti, Gianni Di Labio del Popolo di Chieti, Liberato Aceto e Graziano Marino di Uniti per Chieti, Palmerino Di Renzo di Alleanza per Di Primio e Marco Di Paolo del Gruppo misto, si sono costituiti in un intergruppo mantenendo, però, i rispettivi simboli di partito. Una scelta politica per far pesare il proprio peso in consiglio che, secondo altri, nasconde la mano occulta del sindaco interessato a destabilizzare le certezze, tante, del gruppo consiliare dell'Udc. Fermo alleato della maggioranza malgrado, negli ultimi consigli, dal capogruppo dell'Udc Alessandro Giardinelli sia arrivata più di una stilettata al sindaco.

Nelle stanze di palazzo d'Achille, per questi motivi, impazza la "fantapolitica." Si parla, con insistenza, di una serie di ribaltoni, a partire dal prossimo anno, che vedrebbero l'Udc perdere un posto in giunta (Marco Russo?) da girare a Dario Marrocco, separato in casa del Pdl, a patto che questi esca dalle fila del partito di Berlusconi. L'avvocato Marrocco, da tempo, rivendica amicizia e linee politiche comuni con Liberato Aceto e non è escluso che possa avvicinarsi all'intergruppo centrista confluendo nel Gruppo misto.

Questo giro tortuoso di incarichi potrebbe regalare la poltrona da vice sindaco all'Udc a danno di Bruno Di Paolo, il leader di Giustizia sociale che sembra guardare con interesse alle prossime elezioni regionali. «Non sostituirò nessun assessore», taglia corto il sindaco, «se non per migliorare l'azione amministrativa». Intanto punta i piedi anche il capogruppo Pdl Vincenzo Ginefra, contrario al dimensionamento scolastico approvato dal consiglio, mentre i consiglieri del Fli Alessandro Carbone e Silvio Tavoletta smentiscono un'intesa con il nuovo intergruppo: «Restiamo felicemente autonomi».

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