Confindustria: «Punta Penna resti zona produttiva»

Il presidente Primavera contro le richieste dell’Assovasto di accogliere nell’area anche il settore commerciale

VASTO. «Punta Penna deve rimanere zona industriale». Le esternazioni del presidente uscente di Assovasto, Gabriele Tumini, a fine mandato e la rinnovata richiesta di estendere la zona commerciale a Punta Penna non piace a Confindustria Chieti e il presidente, Paolo Primavera, lo dice chiaramente. «L’area a ridosso del porto è destinata alle attività produttive e tale deve rimanere».

Il tono del presidente degli industriali teatini nel corso dell’intervista rilasciata al Centro è perentorio. Confidustria è assolutamente contro la proposta di Tumini. Perché? «Confindustria lo ha detto un anno fa e lo ribadisce ora. Basta caos, basta confusione. È arrivato il momento di ristabilire le regole. Fino a quando il sistema resterà incerto le imprese non investiranno più a Vasto. Al contrario, quelle che ci sono si allontaneranno. Se non resta la vocazione produttiva le imprese potrebbero andare altrove. Altro che ripresa. Si rischia il collasso».

L’industriale non usa giri di parole nè mezzi termini. Se la soluzione ai problemi non è l’autorizzazione al commercio qual è a suo giudizio la medicina per risollevare l'area a ridosso del porto? «È necessaria la pianificazione industriale. Non si può più navigare a vista. Lo sviluppo lo danno le imprese. Basta accozzaglie», dice Primavera, «l’area industriale di Punta Penna insieme a quelle di Piana Sant’Angelo, la Val Sinello e la Val di Sangro, hanno trainato per anni la regione producendo la maggior parte del Pil abruzzese. Le aziende hanno bisogno di certezze e chiarezza. Sì alla concretezza, no alle chiacchiere e alla confusione.Non è possibile sopportare che ogni tanto arrivino proposte che di concreto non hanno nulla. Le imprese mettono sul piatto posti di lavoro. Chi vuole che la destinazione dell’area cambi o è favorevole alla convivenza di industrie e commercio dimostri con i fatti e i numeri il valore economico delle proposte».

Punta Penna ha cominciato a risentire della crisi quattro anni fa. Il 2012 è stato un anno orribile. Decine le imprese che hanno chiuso. Le aziende iscritte all’Assovasto sono passate da 120 a 90. Le previsioni parlano di un 2013 peggiore. Ma per Paolo Primavera non è estendendo a Punta Penna l’area commerciale che si possono ottenere miglioramenti per il Vastese.

Da qualche tempo il presidente di Confindustria appare contrariato e arrabbiato con la politica. «Il momento è estremamente delicato. Confindustria e io personalmente chiediamo alla politica indicazioni chiare e concrete sui progetti di sviluppo e le prospettive. Siamo stufi della non programmazione. Ognuno pensa a coltivare il proprio orticello. Non è così che Vasto tornerà ad essere la città più produttiva del Chietino».

Anche sul porto Primavera invoca programmi definiti. Confidustria ha progetti ambiziosi anche sul bacino. «Non progetti. Confidustria ha dimostrato con i fatti che Punta Penna ha le carte in regola per divenire il primo porto mercantile abruzzese. Da mesi lavoriamo per fare di questo scalo un importante casello dell’attività mercantile. Stiamo partendo. L’ho detto qualche giorno fa e lo ripeto. Sta per decollare un grande progetto che porterà nuova linfa vitale, la politica non ci ostacoli. Un sogno per il 2013? Che sparisca la demagogia. Che si faccia chiarezza su chi danneggia Punta Penna. Anche dal punto di vista ambientale. Chi di dovere oltre alle industrie controlli tutti gli scarichi abusivi a Punta Aderci. Certezza delle regole e certezza dei controlli», risponde l’industriale.

Paola Calvano

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