Controlli nel Trigno per scongiurare la grande sete estiva

I campionamenti servono a riclassificare l’acqua del fiume affinché torni idonea per il consumo umano e per le aziende

SAN SALVO. Dopo cinque mesi di terapie intensive gli esperti tornano al capezzale del Trigno per valutare le sue condizioni di potabilità. Da qualche giorno il Sian, il servizio regionale della Asl, ha avviato i nuovi campionamenti dell’acqua del fiume che rifornisce l’area industriale di San Salvo e la riviera vastese.

I prelievi. Gli esami sono propedeutici e indispensabili per valutare la nuova classificazione e stabilire se l’acqua prelevata nella traversa di Pietra Fracida (Lentella) è tornata a essere idonea al consumo umano. La Asl tiene a rimarcare che la procedura sarà piuttosto lunga. Passeranno ancora diversi mesi prima che l’acqua di Lentella possa essere dichiarata potabile e quindi nuovamente idonea al consumo umano. Contestualmente il Sian sta eseguendo accertamenti anche a San Giovanni Lipioni, la traversa da cui attualmente viene prelevata l'’acqua. In questo caso si tratta di servizi di verifica e prevenzione. «Le analisi dell’acqua che arriva da San Giovanni Lipioni sono sempre state rassicuranti e hanno sempre rilevato l’idoneità dell’acqua», dicono al Coniv, il consorzio che si occupa della depurazione dell’acqua prima della distribuzione. La fase più critica da superare è l’estate. Grazie alle piogge fino a oggi le risorse idriche non sono mancate, ma con l’aumento delle temperature e della popolazione la situazione rischia di precipitare.

Trigno sorvegliato speciale. Dal 26 marzo, dopo una riunione in prefettura richiesta dal sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca, il prefetto Fulvio Rocco De Marinis ha chiesto controlli continui e severi nella vallata allo scopo di prevenire qualsiasi azione scellerata contro un fiume martoriato dall’inquinamento. Nel corso di un anno a Lentella sono state trovate per due volte tracce di arsenico, in estate è comparsa la salmonella e per finire sono spuntate fuori anche tracce di fenoli. I controlli, uniti alle indagini avviate dal Circomare sugli affluenti del fiume, pare stiano sortendo gli effetti sperati.

Le indagini. Mentre procede l’attività di prevenzione e controllo del fiume, la magistratura continua a indagare. A chiedere l’intervento delle Procure di Vasto e Larino è stato il Wwf. L’associazione ambientalista ha presentato un esposto in cui vengono evidenziati troppi punti oscuri sulla gestione idrica del fiume prima del declassamento dichiarato il 24 gennaio scorso. «Non vogliamo fare gli inquisitori, ma invochiamo trasparenza a cominciare dalla pubblicazione dei dati sui depuratori che devono funzionare», ha più volte ripetuto Augusto De Sanctis, responsabile regionale del Wwf. E insieme ai giudici vastesi e molisani da qualche giorno anche l’Unione europea pare si stia interessando del Trigno malato.

Paola Calvano

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