droga dalla camorra

Coppia scarcerata La Corte d’appello presenta il ricorso

VASTO. Pugno duro della magistratura contro i presunti affiliati dell’associazione camorristica che dal 2002 avrebbe spacciato droga nel Vastese. Il Procuratore generale della Corte d’Appello,...

VASTO. Pugno duro della magistratura contro i presunti affiliati dell’associazione camorristica che dal 2002 avrebbe spacciato droga nel Vastese. Il Procuratore generale della Corte d’Appello, Ettore Picardi, ha presentato ricorso contro la remissione in libertà di Enrico Tumini e la moglie Angelika Koidl. La scarcerazione dei due era stata concessa il 3 marzo scorso dal tribunale della Libertà dell’Aquila. La coppia era stata arrestata a febbraio nell’ambito dell’operazione antidroga Adriatico ed era tornata in libertà 20 giorni dopo.

Il ricorso sarà discusso dalla quarta sezione penale della Corte di Cassazione il 20 maggio. Il provvedimento è stato notificato nei giorni scorsi al legale della coppia, l’avvocato Nicola Chieffo. «Enrico Tumini è incensurato e completamente estraneo alle accuse e così pure la moglie», afferma l’avvocato Chieffo. Enrico Tumini e la moglie, secondo il racconto del collaboratore di giustizia Lorenzo Cozzolino, avrebbero fatto parte della struttura logistica del clan Cozzolino. «Ne custodivano l’arsenale», è scritto nel documento redatto dalla Direzione distrettuale antimafia.

I due avrebbero custodito anche diverse partite di sostanze stupefacenti (soprattutto hascisc) in locali che avevano a disposizione. Per questo sarebbero stati retribuiti settimanalmente. I fatti contestati risalgono al 2004 e questo è stato uno degli argomenti sul quale ha puntato il ricorso l’avvocato Chieffo. «Da allora sono passati dieci anni».

L’avvocato insiste poi sulla genericità e indeterminatezza delle accuse mosse dal collaboratore di giustizia. Il tribunale del Riesame ha accolto le contestazioni dell’avvocato Chieffo che si è riservato in sede dibattimentale di chiedere un confronto fra Tumini e Cozzolino. La Procura generale della Corte d’Appello non la pensa allo stesso modo. Il 20 maggio è prevista battaglia in Cassazione.

La stessa linea dura è stata adottata con tutte le figure di spicco dell’operazione Adriatico. A distanza di due mesi dal blitz sono ancora tutte in carcere. Il mosaico della criminalità nel Vastese ricostruito dagli investigatori e sfociato nell’operazione Adriatico è ricostruito in 400 pagine. Gli indagati sono 84, 31 dei quali finiti in manette. (p.c.)

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