Cori razzisti contro i calciatori-profughi

Partita sospesa a San Vito, il presidente Catenaro affronta i tifosi del Guastameroli: questi ragazzi vanno rispettati

SAN VITO. Nelle premesse poteva essere la partita della solidarietà e dell'accoglienza, ma sul campo si è trasformato nel derby dell'intolleranza. La partita del campionato di Prima categoria giocata ieri tra San Vito 83 e Guastameroli è stata caratterizzata da un episodio di razzismo che, durante il secondo tempo, ha avuto come vittime i profughi appena tesserati dai padroni di casa.

«Tornatene col gommone»: è stata questa la frase, urlata dagli spalti da un tifoso ospite, che ha innescato animate discussioni verbali sulle gradinate e sul terreno di gioco. A essere preso di mira è stato uno dei tre giocatori del San Vito che era da poco entrato, e al primo fallo commesso è stato apostrofato con toni discriminatori. La cosa non è sfuggita né ai giocatori né a chi stava seguendo l'incontro sulla tribuna del campo comunale Tommaso Verì. Il presidente-giocatore del San Vito Andrea Catenaro ha immediatamente richiamato l'attenzione dell'arbitro, mentre dall'altro lato non è mancata la reazione del pubblico. I tifosi di casa hanno intonato in coro un eloquente «Noi i razzisti non li vogliamo», e qualche parola grossa è volata anche fra gli spettatori. Lo spirito della tifoseria locale appare del resto chiaro già leggendo la scritta che campeggia dietro una delle due porte: «Ama il calcio, odia le discriminazioni». A dipingerla in caratteri cubitali qualche mese fa, con i colori sociali del club, è stata proprio la dirigenza sanvitese.

E proprio con questo spirito, durante l'estate, diversi ragazzi richiedenti asilo che soggiornano nella zona hanno iniziato a frequentare il Verì. Dopo la reazione del pubblico locale l'incontro è rimasto fermo per qualche minuto, sia a causa del parapiglia sulle gradinate, sia per la richiesta di intervento al direttore di gara, che però sul momento pare che non abbia sentito nulla.

Le discussioni tuttavia non si sono placate subito, e lo stesso Catenaro ha chiesto il cambio e si è spostato in tribuna per affrontare, sempre verbalmente, il tifoso di Guastameroli: in particolare lo ha invitato a evitare offese ed epiteti mortificanti verso chi è stato costretto a lasciare il proprio paese e vive già una situazione difficile. La partita tra l'altro non era stata cattiva, nonostante la sfida con Guastameroli, popolosa frazione del Comune di Frisa che confina con San Vito, sia sempre molto sentita.

Fortunatamente non si è andati oltre le parole grosse, anche se non ci si è lasciati con una stretta di mano. Anzi, sembra che la frase razzista sia stata addirittura rivendicata con convinzione, e che nessuno degli ospiti l'abbia stigmatizzata. «È stato un episodio sgradevole che mi ha amareggiato», ha commentato Catenaro a fine partita, «sono cose che su un campo di calcio non dovrebbero mai succedere, a maggior ragione in un contesto in cui si gioca per divertirsi, ma anche perché questi ragazzi arrivano da un contesto difficile, fatto di guerra e violenza», continua il giocatore-presidente, «e se abbiamo voluto fortemente che potessero essere tesserati è per inserirli in un percorso di integrazione».