Così rinasce Palazzo degli studi

Il primo giorno degli universitari aquilani a Lanciano
Aula stracolma Qualcuno ha già preso la casa in affitto

 LANCIANO. Con i primi studenti iscritti all’Aquila, arrivati in un centinaio ad affollare l’aula 6 della struttura di corso Trento e Trieste, Palazzo degli studi torna alla sua funzione primaria, essere un centro attrezzato di formazione. E la speranza, detta un po’ a bassa voce, è sempre quella: che la città torni ad avere un suo corso di laurea, Ingegneria dell’Aquila a parte.

Sembrava di assistere ad una sorta di invasione. Dal 2004 le aule di Palazzo degli studi non ospitavano più studenti universitari. E ieri l’aula 6 ne era addirittura gremita. Zaini, appunti e funzioni matematiche sulla lavagna. Gli studenti del primo anno di ingegneria, circa un centinaio, si sono abituati quasi subito.

Su per le scale bianche fino al primo piano a sinistra, a trovare l’aula 6 da cento posti, tutti con il banco. Davanti a loro, intento a scrivere funzioni alla lavagna, il professore di Fisica 2, puntuale alle 9,30 come se fosse stato in città da sempre. Poi, fino alle 18, lezioni di Analisi matematica e Chimica. I ragazzi frequenteranno il lunedì, mercoledì e giovedì.

Palazzo degli studi è tornato ad essere quello che doveva essere da sempre, un centro votato e dedicato alla cultura e alla formazione e non solo una scatola vuota da riempire di mostre e convegni una volta ogni tanto. Da pochi giorni c’è anche la sede dell’Informagiovani.

Il sindaco Filippo Paolini ha salutato i ragazzi con un certo orgoglio. La struttura di corso Trento e Trieste è forse la migliore della città. La sua funzione naturale è di ospitare lezioni universitarie e mai come questa volta la città si è dimostrata pronta all’emergenza.

La aule sono spaziose, quelle al primo piano dotate di aria condizionata, e non mancano proiettori e lavagne luminose. «Ragazzi, vi do il benvenuto nella nostra città», ha esordito il primo cittadino, «ci auguriamo che la situazione all’Aquila si risolva al più presto, ma nel frattempo siamo lieti di venirvi incontro».

E il concetto il sindaco Paolini l’ha ribadito in prospettiva dei prossimi anni: «Posto che non abbiamo intenzione di speculare sulla disgrazia aquilana, vorrei ribadire al rettore Di Iorio la nostra intenzione a venire incontro alle esigenze della facoltà, soprattutto per mantenere il numero degli iscritti e la continuità di lezioni ed esami. Questa struttura è forse una delle poche del centro Italia ad avere il certificato di agibilità che abbiamo subito fatto pervenire al rettore». E forse, per qualche anno ancora, gli studenti di Ingegneria della facoltà aquilana resteranno in città.

Già dal primo giorno si è creato un certo fermento attorno alla novità. Nessuno sa ancora se gli esami si faranno in città oppure in una tenda all’Aquila, quel che è certo che tra gli oltre cento studenti che frequenteranno la struttura lancianese fino al 19 giugno, ci sono dei fuori sede. Marche, Molise, qualcuno da Foggia, altri da Salerno. Sono ragazzi che o hanno già affittato un appartamento in città o sono in procinto di farlo. Un lieve sussulto all’economia locale. E i più intraprendenti fra i ristoratori della zona, hanno già distribuito volantini per pranzi a basso costo e convenzioni speciali.

Ci sono panini e bevande da distribuire, e locali che dovranno restare aperti tra le 14 e le 15, l’ora “buca” tra una lezione e l’altra. Non c’è ancora una libera università anxaniensis, ma la città ci spera dal 2003, qaundo la D’Annunzio decise di riaccorpare il diploma di economia e amministrazione delle imprese a Pescara. Chissà che non cambi qualcosa.