Cucullo rassicura i teatini: "Ce la farò"

Siamo andati a trovare il vecchio leone ricoverato in ospedale e lui dice: la città deve rinnovarsi puntando sui giovani

ORTONA. «Chieti ha bisogno di rinnovarsi, deve puntare sui giovani». La voce del vecchio leone è flebile. Nicola Cucullo ci accoglie con un sorriso nella stanza dell'ospedale Bernabeo di Ortona dove, da domenica, è ricoverato nel reparto di Medicina per una polmonite. Lo storico sindaco di Chieti vuole rassicurare tutti quelli che gli vogliono bene sulle sue condizioni di salute, costantemente monitorate dall'equipe del professor Francesco Cipollone. Allontana ogni paura, Cucullo, quando esclama: «Non morirò per adesso. Ce la farò». E’ felice e sorpreso dall'attaccamento dimostratogli sia dalle istituzioni che dalla gente comune. «Oggi, nel giro di poche ore, sono venuti in tanti a farmi visita, così come in molti mi hanno chiamato», dicei commosso, «non pensavo di avere tanta importanza».

leggi anche: Cucullo sta male: è ricoverato a Ortona Nicola Cucullo, 84 anni, è da due giorni nel reparto di Medicina dell’ospedale Bernabeo

A fargli compagnia, accanto al suo letto c'è Massimo, il figlio, che lo incoraggia e gli infonde ottimismo: «Papà hai visto? Vogliono sapere tutti come stai». E l'ex primo cittadino teatino, 84 anni, è orgoglioso di questo. «Significa che hanno riconosciuto il mio voler far del bene, da me cercato sempre volendo la cosa giusta» afferma fieramente e introducendo discorsi politici e sociali sia degli anni passati che degli ultimi tempi.

«È in questi momenti che la gente ritrova il valore di ciò che è stato fatto». E così, steso su quel letto di ospedale, i pensieri di Cucullo vanno automaticamente verso i numerosi ricordi, nitidi nella sua mente, come uomo di politica e amministratore del capoluogo teatino. «Quando sono stato eletto sindaco di Chieti ho trovato un Comune dissestato economicamente, con circa 187 miliardi di debiti che ho colmato». Subito riaffiorano uno dopo l'altro diversi aneddoti che testimoniano la sua forte personalità, raccontati con soddisfazione e malinconia per i tempi che furono.

«Una volta a Chieti venne Rosy Bindi, era il periodo in cui non riuscivamo a terminare i lavori di realizzazione dell'Università e feci una sceneggiata», svela Cucullo. «Mi inginocchiai di fronte a lei e le dissi: io sono un sindaco di destra, mussoliniano per intenderci, e adesso mi inginocchio davanti ad una democristiana perché voglio una promessa. Mi deve aiutare a completare queste opere». La Bindi, con un po' di imbarazzo lo pregò di rialzarsi, «ma dopo quel mio teatrino ci vennero stanziati 34 miliardi» sostiene Cucullo. «Ecco, oggi che ci ripenso posso affermare di essere andato avanti così, elemosinando».

A questo punto un commento sulla Chieti attuale diventa d'obbligo. Gli chiediamo una opinione sulla situazione teatina e senza mezzi termini chiosa: «La città ha bisogno di ritrovare le sue origini, la sua storia, perché ritengo che i protagonisti di oggi non ne facciano parte». Ma tra i tanti discorsi affrontati nella chiacchierata, quello conclusivo è relativo alla fede e alla figura di Papa Francesco, a cui Nicola Cucullo ha anche scritto una lettera, per invitarlo a visitare la sua Ortona e la cattedrale di San Tommaso. «Sarebbe bello e importante per tutti i fedeli se si riuscisse ad ospitare il Papa in città» commenta. «Lo stimo, sta cercando di riunificare le religioni e di trovare una soluzione per le tragedie che si ripetono nei nostri mari con gli immigrati africani. Ora le dico arrivederci. Mi raccomando mi saluti gli amici di Chieti».