Cup, sportelli senza personale

La Cgil: 30 unità in meno, a Chieti chiuse 2 postazioni su 8

CHIETI. Ennesima mattinata difficile ieri nel centro di prenotazione unica, Cup, del Santissima Annunziata. Una donna, che voleva prenotare una mammografia, ha desistito dopo due ore d'attesa. «Ho anche scoperto che avrei potuto prenotarla», dice, «solo al servizio telefonico».

Sulle criticità del Cup scende in campo la Fp-Cgil, minacciando una mobilitazione dei lavoratori, mentre il manager Asl, Francesco Zavattaro, si difende dagli attacchi di altri sindacati, quelli dei medici territoriali, sul presunto storno a favore degli ospedali dell'azienda di fondi destinati alle cure primarie. «E' un malinteso», dice il direttore generale della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto, «alle cure primarie abbiamo destinato quasi 2 milioni e 600mila euro». Gli oltre 3 milioni e 200mila andati al rinnovo del parco tecnologico ospedaliero, stando all'azienda, sarebbero somme non vincolate dalla Conferenza Stato-Regioni e comunque destinate, tra le altre, ad abbattere le liste d'attesa, sempre più ciclopiche.

La signora andata al Cup ieri, per esempio, avrebbe comunque dovuto aspettare almeno fino a febbraio 2012 per fare l'esame e per giunta a Vasto. Non va meglio per l'ecocolordoppler arti superiori e inferiori, 307 giorni, o per quello distrettuale, 528, e per l'ecografia pediatrica all'addome, 207 giorni. Intanto la Fp-Cgil sollecita, per superare le difficoltà al Cup, un aumento di personale per almeno 30 unità negli sportelli aziendali e suggerisce l'apertura di altri a Bucchianico, Tollo, Miglianico e San Giovanni Teatino, per evitare il ricorso obbligato a Chieti, dove ci sono oltre 1.000 accessi al giorno e quasi sempre almeno 2 postazioni su 8 sono chiuse. «Siamo stanchi di chiedere incontri risolutivi», taglia corto Andrea Gagliardi, segretario provinciale Fp-Cgil, «la misura è colma».

Polemiche in crescita. Ieri l'azienda ha ricevuto la diffida dai sindacati Fimp e Cipe, pediatri, Fimmg e Smi, medici di medicina generale, Sumai, specialisti ambulatoriali, e dei direttori di distretto, anticipata dal Centro lunedì. «Solleciterò un chiarimento con i medici», afferma Zavattaro, «perché ritengo le contestazioni frutto di un malinteso che rischia di pregiudicare i rapporti con una categoria alla quale l'azienda guarda con rispetto e spirito di cooperazione. Resta, però, la volontà di difendere le scelte del progetto finalizzate a garantire ai cittadini i requisiti minimi di sicurezza e di qualità dell'assistenza».

L'azienda sostiene di aver destinato quasi 2 milioni e 600 mila euro al potenziamento dei servizi sanitari territoriali. «Sono parte di un finanziamento di 8 milioni e 514mila euro assegnati tramite la Regione», sostengono dalla Asl, «non è stato dirottato un centesimo. Il finanziamento consta di una parte, oltre 5 milioni e 859mila euro, da destinare a obiettivi indicati come vincolanti dalla Conferenza Stato-Regioni e oltre 3 milioni e 260mila euro per progetti non vincolati e autonomamente definiti. I primi, oltre alle cure primarie, sono andati per oltre 1 milione e 697mila euro alla non autosufficienza, per 737.628 euro alle cure pallative e del dolore, 73.291 euro per interventi in materia di biobanche di materiale umano, 147.525 euro per le malattie rare». «E' la loro interpretazione», replica Sandro Angeloni, della Fimp, «se non tornano indietro, chiariranno gli organismi inquirenti».

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