il balzello in cittÁ

D’Adamo: no alla tassa di soggiorno

L’ex amministratore comunale: così i turisti non arrivano più

VASTO. «Si chiama tassa di soggiorno o tassa di pernotto? Perché a Vasto, almeno per quanto riguarda le piccole strutture, i turisti arrivano la sera e ripartono immediatamente la mattina successiva». Francesco Paolo D’Adamo, titolare di un Bed & Breakfast, è uno dei tanti operatori contrari alla introduzione del balzello a carico di coloro che soggiornano nelle strutture ricettive della città, con tariffe che vanno da un minimo di un euro a un massimo di due euro. D’Adamo, che in passato è stato anche assessore comunale, ha partecipato all’incontro organizzato nei giorni scorsi dal Comune. La riunione ha registrato l’abbandono dell’aula consiliare da parte degli albergatori aderenti al consorzio “Il Golfo d’oro”.

«Se avessi saputo di partecipare a un incontro su come si deve pagare la tassa di soggiorno e non su perché si deve pagare, sarei restato a casa», attacca D’Adamo, «riconfermo quanto già detto ripetutamente in precedenza: cosa offre questa città, più di altre, tanto da pretendere una tassa di soggiorno? Se un turista arriva la sera, attraversa come nel caso della mia struttura, strade sconnesse, sporche e buie, e riparte la mattina successiva, come si fa a chiedere l’imposta? Perché bisogna pagare? Per entrare a Vasto? Questa amministrazione, con l’istituzione della tassa di soggiorno, ha ulteriormente dimostrato di non avere idee di sviluppo, di non conoscere una strada da seguire. Insomma, come a livello nazionale, i politici sanno solamente pretendere denaro da spendere come loro aggrada», conclude l’operatore.

Intanto la giunta del sindaco Luciano Lapenna ha rinviato, per difficoltà legate alla elaborazione della modulistica, l’applicazione della tassa ad oggi. Con un provvedimento, del 29 novembre 2013 l’esecutivo aveva stabilito le tariffe facendo riferimento a criteri di “gradualità e proporzionalità”.(a.b.)

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