D’Ottavio senza numeri per amministrare

Ortona, per la seconda volta (in tre giorni) maggioranza in aula solo con 8 consiglieri: seduta rinviata

ORTONA. La maggioranza consiliare del sindaco Vincenzo D'Ottavio va sotto per la seconda volta. Dopo mercoledì anche venerdì scorso, sempre in 8 in aula, con l’assenza, per motivi personali di un consigliere importantissimo: il nono di un’amministrazione “risicata” che ha difficoltà ad andare avanti e, quindi, a governare la città.

Dall’altra parte, l’opposizione in otto. Si poteva tranquillamente discutere gli argomenti all’ordine del giorno e, invece, l’assemblea civica ha preferito rinviare ancora una volta la seduta, fissando una nuova data a venerdì prossimo.

Fortemente critici su quanto è accaduto le due forze di sinistra: una rappresentata in consiglio comunale: Sinistra Ecologia e Libertà; l’altra, invece, Rifondazione Comunista che non ha il consigliere comunale di riferimento.

«Venerdì», spiega il consigliere di Sel, Patrizio Marino, «è andato in scena l’ennesimo teatrino della politica ortonese, asfittica e ammuffita, in occasione della seconda convocazione del consiglio, dove la maggioranza non riesce a governare e la cosiddetta minoranza, Insieme per Cambiare, va in soccorso. Su provvedimenti importanti per la città, Sel era pronta a confrontarsi in aula. In consiglio, però, Pd e Udc, non avevano i numeri per approvare i provvedimenti e il consigliere Di Martino, di Insieme per Cambiare, ha pensato bene di salvarla, spingendo il Pd a presentare richiesta di rinvio del consiglio. Naturalmente il capogruppo del Pd, Tommaso Coletti, non si è lasciato sfuggire l’occasione e ha chiesto prontamente il rinvio, votato da Pd, Udc e Giulio Napoleone, con l'astensione di Di Martino, Fratino e Castiglione. Si sono espressi contro Sel, Idv, Tommaso Cieri e Franco Musa».

Sulla questione politica interviene anche Fabrizio Moretti, di Rifondazione: «Il sindaco è infatuato più dal ruolo che dalla responsabilità, da quando si è insediato appare infastidito e seccato a relazionarsi con i partiti che lo hanno sostenuto e gelido e scostante con i cittadini che lo hanno votato. Come lui mai nessuno dal dopoguerra ad oggi. Caro Enzo, lascia qualche speranza per Ortona, dimettiti». (l.s.)

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