VASTO

"Davanti a me 20 cinghiali: ho rischiato la vita"

Il racconto dell’ex vigile urbano Cesare Marino circondato dagli animali in località Buonanotte: sono riuscito a fuggire mentre scavavano l’orto con le cipolle

VASTO. «Ho pensato di non avere scampo. Ho creduto di morire». La voce di Cesare Marino, ex agente della polizia municipale in pensione trema al solo ricordo di quello che è accaduto la sera prima. L’uomo uscito da casa per innaffiare l’orto è stato circondato da una ventina di cinghiali. È accaduto in località Buonanotte, a pochi metri dalla strada che collega la Istonia alla Marina. Il racconto dell’uomo è drammatico. «Ieri sera (mercoledì per chi legge, ndc ) verso le 23 sono uscito per innaffiare l’orto. Stavo chiudendo la pompa quando ho sentito dei movimenti. I sono voltato e ho visto davanti a me un branco di cinghiali. Erano almeno una ventina. Un paio di esemplari erano piuttosto grossi. Sono rimasto immobile. Ho pensato di non avere scampo. Sapevo perfettamente che ogni mio movimento avrebbe potuto essermi fatale. Se mi fossi mosso mi avrebbero ucciso. C’era un bastone vicino a me. Ma anche se avessi avuto la forza di sollevarlo e colpire uno del branco, gli altri mi avrebbero sbranato. Sono rimasto fermo e probabilmente questo mi ha salvato. Non hanno considerato la mia presenza pericolosa. Dopo qualche minuto che a me è sembrato eterno si sono diretti verso alcune coltivazioni di cipolle sotterrate ed hanno iniziato a scavare».
A quel punto Cesare Marino ha pensato che si sarebbe potuto salvare. «Non appena ho visto che si distraevano sono scappato a rifugiarmi in casa», conferma l’uomo. «Una volta dentro ho raggiunto l’armadio degli attrezzi e ho preso e sparato in aria dei mortaretti per allontanarli. Ha funzionato. Si sono diretti verso la riviera. Non ho avuto il coraggio di uscire. L’ho fatto questa mattina (ieri per chi legge). Sono ancora sconvolto», racconta Marino. «L’orto è devastato ma quel che conta è che sono vivo. Ho rischiato la vita. È stata un’esperienza terribile che non auguro a nessuno. La racconto per lanciare un appello alle istituzioni preposte. Non è possibile che non si rendano conto della gravità del problema», si sfoga. (p.c.)
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