Desiati e Bischia: «Al sociale solo tagli e stipendi in ritardo»

VASTO. Precari, con poche ore e pagati con ritardo. Non se la passano per niente bene gli operatori dei servizi sociali del Comune che ricevono lo stipendio dalle cooperative che hanno vinto l’appalt...

VASTO. Precari, con poche ore e pagati con ritardo. Non se la passano per niente bene gli operatori dei servizi sociali del Comune che ricevono lo stipendio dalle cooperative che hanno vinto l’appalto indetto dall’ente con 4-5 mesi di ritardo. A sollevare la questione sono Massimo Desiati e Andrea Bischia di Progetto per Vasto, gli stessi che nei giorni scorsi hanno avanzato una serie di proposte suscitando la pronta replica dell’amministrazione comunale.

Ai due consiglieri non è piaciuta la levata di scudi del sindaco Luciano Lapenna e dell’assessore alle politiche sociali, Anna Suriani. «Nessuna risposta è giunta alle nostre proposte di riorganizzazione, soltanto la difesa di principio del proprio operato, senza neanche valutare quanto messo in evidenza dall’opposizione», rimarcano i due consiglieri comunali, «nessuna risposta sulla necessità di ottimizzare i luoghi di accesso per le richieste e ampliare l’offerta per i diversamente abili, destinando a tale scopo il Centro diurno. Nessuna risposta sull’opportunità di utilizzo dell’area abbandonata adiacente la struttura di via De Gasperi. Nessuna risposta sulle richieste di semplificazione burocratica e di eliminazione di alcuni sprechi finanziari, individuando cosa implementare e cosa tagliare. Nessuna risposta sugli interventi sulle comunità di tipo residenziale per minori, le quali impegnano somme enormi in favore di strutture private; così come per l’affido familiare o per l’istituzione di una casa famiglia, scelta che favorirebbe introiti. Solo stucchevole e avvilente polemica sulla nostra richiesta di tornare a una unica Istituzione, dotata di autonomia finanziaria, come fosse un pretesto per avere un posto nel consiglio d’amministrazione di cui si può fare tranquillamente a meno».

Desiati e Bischia sollevano infine il problema di una serie di servizi le cui prestazioni a carico dei singoli utenti sono state drasticamente ridotte. È il caso del sostegno alle donne svantaggiate: solo 19 nel 2013 a fronte delle 30 del 2011. «Crediamo ce ne sia abbastanza per ribadire quanto da noi denunciato», concludono, «i due amministratori comunali hanno tentato di ravvivare, senza riuscirvi, i colori di un fiore all’occhiello ormai appassito». (a.b.)

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