spiagge erose

Di Michele: «Regaliamo massi per fare i frangiflutti»

VASTO. La stagione balneare è alle porte e molti operatori cominciano a preparare i lidi. La stagione turistica per gli stabilimenti a nord della riviera vastese è ancora un’incognita. I marosi sono...

VASTO. La stagione balneare è alle porte e molti operatori cominciano a preparare i lidi. La stagione turistica per gli stabilimenti a nord della riviera vastese è ancora un’incognita. I marosi sono arrivati a lambire la passeggiata divorando metri di arenile. Altri tratti sono stati trasformati: l posto della sabbia ci sono lingue di ghiaia. Gli esperti danno la colpa alle correnti che provengono da Nord.

«Sta di fatto che non si può più assistere passivamente a quello che accade. È arrivato il momento di fare qualcosa», afferma, Marco Di Michele Marisi, (Fratelli d’Italia). «Anni fa a Vasto fu chiesta la sabbia da comuni rimasti senza. Ora anche Vasto comincia a fare i conti con l’erosione. Restare fermi dando la colpa alla crisi non può essere un alibi», insiste Marisi che a quel punto lancia una proposta provocatoria: «I cittadini credo siano tutti pronti a fare la loro parte. Magari con un sasso a testa per fare una barriera contro le correnti. Un sasso ciascuno in difesa del mare. L’amministrazione comunale accetterebbe una colletta di sassi?», chiede Marisi.

Ettore Primiceri, balneatore ed esponente della piccola pesca, è contro le barriere di scogli. «Se tu da un lato togli, il mare lo riprende altrove. Sta di fatto che il Comune dovrebbe avviare prima possibile un’azione quantomeno conservativa del litorale», afferma Primiceri. «A furia di trascurarlo, il problema è diventato straordinario», è l’opinione di Andrea Bischia (Progetto per Vasto), «l'amministrazione si sta rivelando incapace nel gestire la straordinarietà del fenomeno. È tuttavia necessario trovare un rimedio. Il Comune potrebbe iniziare convocando tutti i privati interessati. Sono certo che molti di loro sarebbero disposti a contribuire con valide idee, suggerimenti e anche economicamente pur di salvare la costa». (p.c.)

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