Di Paolo: l’opposizione stia attenta perché querelo

Pertinenze costruite prima della licenza, il sindaco di Bucchianico: sono stato io ad autodenunciarmi e a chiedere la sanatoria, per questo non mi dimetto

CHIETI. «Quando mi sono accorto che il permesso a costruire non era del tutto corretto mi sono autodenunciato chiedendo la sanatoria, che prevede il pagamento del 6 per cento dei lavori effettuati». Così il sindaco Mario Di Paolo replica ai cinque consiglieri di minoranza della lista Insieme per Bucchianico (il capogruppo Rosario Sulpizio, Luigi Zappacosta, Rolando Giacchetti, Ada Luisanna Mammarella Anchitella e Giannino Panara) che hanno presentato una richiesta formale di dimissioni del primo cittadino, indirizzata per conoscenza anche al presidente della Provincia e al prefetto. Nodo del contendere è un permesso a costruire annullato in autotutela dall’ufficio urbanistico del Comune con una determinazione del 3 settembre, perché i lavori sono iniziati prima della richiesta, inoltrata da Di Paolo e consorte. «Solo una parte delle opere era già stata realizzata», puntualizza il sindaco, «e i consiglieri di opposizione hanno omesso di dire che sono stato io ad accorgermene pochi giorni dopo aver presentato la domanda per il permesso a costruire».

A dimettersi il primo cittadino, confermato nel 2009 alla guida di Bucchianico, non ci pensa neanche lontanamente: «Porterò a termine il mio mandato per continuare il mio lavoro e andare avanti. Alla richiesta formale dei consiglieri risponderò a fine mese nella seduta di consiglio, in un’aula aperta al pubblico e ai bucchianichesi. L’unico consiglio che posso dar loro», prosegue, «è di stare attenti ad usare un linguaggio pulito, perché non risparmierò querele in caso contrario».

La diatriba, però, sembra appena cominciata: la lista Insieme per Bucchianico pare agguerrita e decisa a portare avanti la battaglia. Mario Di Paolo, però, è tranquillo. «Il popolo di Bucchianico», dice, «sa bene con quanti sacrifici ho costruito casa mia, lavorandoci personalmente nei fine settimana. Non faccio solo il medico, ma anche il contadino e il muratore». E alle accuse di «pensare di godere di un’immunità tale da potersi permettere impunemente di mettere in atto un tale comportamento», come si legge nella lettera firmata dai consiglieri di minoranza, replica sicuro: «Siamo forse l’unico Comune in provincia di Chieti che fa pagare penali alle ditte che non rispettano i tempi previsti dagli appalti. Da parte mia», assicura, «non c’è stata volontà di aggirare le regole».

Francesca Rapposelli

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