Di Primio: l'ospedale rischia il collasso

Sos degli amministratori per i tagli della Asl: siamo senza assistenza di base

CHIETI. «La salvezza della sanità teatina passa attraverso la restituzione al Colle dell'Ara delle prerogative universitarie». Il sindaco Umberto Di Primio fa pressione per il rilancio del policlinico e esorta la Regione, che giorni fa ha informato il commissario Gianni Chiodi sulla necessità di tagliare ulteriormente sull'Atto della Asl, a tenere conto delle nuove situazioni intervenute dall'ultima convenzione, datata 1997. «Si può essere anche d'accordo, e noi lo siamo stati», spiega il sindaco, «sull'esigenza di razionalizzare gli ospedali e chiuderne qualcuno». «Ma poi», prosegue Di Primio, «non si può ignorare che su Chieti si riversa un bacino d'utenza che la struttura non è in grado di sostenere e che quindi richiede una maggiore attenzione della Regione e della stessa Asl nella redazione dell'Atto aziendale. Per non menzionare», prosegue, «che sul clinicizzato converge la domanda di assistenza di buona parte del Pescarese interno, che ha in Chieti un punto di riferimento per ragioni geografiche».

Per Di Primio, la centralità del capoluogo teatino non può tradursi in un'esclusione della provincia dai servizi sanitari. «Regione e Asl devono entrare», osserva, nell'ottica dell'ottimizzazione dell'assistenza, con servizi innovativi e decentramento delle attività sanitarie, altrimenti tutto finirà nell'imbuto dell'ospedalizzazione. Per esempio, nei centri più remoti e meno agevolmente raggiungibili del Chietino, la risposta sta nei servizi diagnostici e ambulatoriali, e soprattutto nel potenziamento dell'elisoccorso del 118. Così si salvano le vite e non si ingolfano gli ospedali di casi trattabili per altri canali».

Poi Di Primio torna a parlare del capoluogo con una proposta sul vecchio Santissima Annunziata. «E' una struttura pronta in cui sono stati investiti 150mila euro, ma manca ancora il collaudo», dice. «Si presta idealmente a un impiego da centro ambulatoriale per i medici di base, un filtro per evitare il sovraffollamento del Pronto soccorso del clinicizzato». Insomma, l'annosa questione della sanità di base che non riesce a decollare con il risultato che tutto finisce in ospedale.

Dalla mannaia dei tagli in arrivo rischia di essere colpito in pieno anche il Bernabeo di Ortona. In odore di chiusura sono la Medicina generale, il cuore dell'ospedale, ma anche il punto nascita con la cancellazione di Ostetricia e Ginecologia, oltre a Oculistica. Rimarrebbero la Senologia e la lungodegenza. «Le ulteriori decurtazioni di fondi che la Regione sembra voler applicare sulla Asl Chieti-Lanciano-Vasto», spiega preoccupato il sindaco di Ortona, Nicola Fratino, «ci hanno indotto a esaminare da vicino gli sviluppi della situazione. Il nostro ospedale, siamo d'accordo, va uniformato ai criteri di risparmio imposti all'Azienda sanitaria», riprende, «ma urge una trattativa con l'autorità sanitaria territoriale e regionale. Intanto», aggiunge, «di un esame dettagliato dei possibili sviluppi per il Bernabeo si occuperà l'assessore Umberto Di Deo per via delle sue profonde competenze in campo sanitario».

A Guardiagrele, dove da due anni si è dichiarata guerra ai disegni di chiusura del Santissima Immacolata, il sindaco Sandro Salvi sottolinea che «l'Atto aziendale, che sia emendato o meno dalla Regione, non solo ignora il nostro ospedale se non quando specifica che sarà riconvertito in presidio territoriale di assistenza, ma provoca un danno ai grandi ospedali e in primo luogo al clinicizzato di Chieti, quando non prevede una riorganizzazione capace di contenere l'esodo sanitario dei circa 40mila utenti pedemontani verso la costa e Chieti in particolare». Dall'opposizione di centrosinistra Simone Dal Pozzo, consigliere e avvocato autore di sette ricorsi contro commissario e Asl, fa notare «a chi pensava che ci interessasse soltanto il nostro particolare, rispondiamo che quella per Guardiagrele era ed è una battaglia di più ampio respiro. Del resto, non dimentichiamo che da Guardiagrele è partito un ragionamento che vuole coinvolgere tutte le regioni commissariate».

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