Disabili, la petizione è un flop

Malato di Lis lancia raccolta di firme, all’appello rispondono solo in 166

CASOLI. Di battaglie nella sua vita Severino Mingroni ne ha affrontate tante, ma in quest’ultima vuole essere supportato da quel “mondo” che da anni può solo vedere oltre le finestre di casa sua. Severino, che dal 1995 lotta con la terribile malattia, la Locked-in Syndrome –LIS causata da una trombosi all’arteria basilare, che lo costringe completamente immobile su una sedia, ha lanciato una petizione sul web per il riconoscimento di alcuni diritti dei disabili. Il suo rammarico è che in un mese ci sono state solo 166 firme «Secondo me» scrive Severino sul suo blog (http://severinomingroni.blogspot.it) «dovevano essere almeno già 166mila, poiché le richieste sono infinitamente giuste e sacrosante». Nella petizione, Severino richieste “a chi di dovere”: che il disabile, il malato e il non autosufficiente a casa, abbia un’abitazione al pianterreno e senza barriere architettoniche; una o più persone per l'assistenza indiretta; assistenza medica periodica, possibilmente nella sua abitazione o con eventuali spese di trasporto a carico della Asl; assistenza fisioterapica e di terapia occupazionale soprattutto per la comunicazione, e assistenza sessuale se necessaria. Inoltre, per quanto riguarda la famiglia del paziente stesso a casa: che essa sia sempre affiancata da un’assistente sociale per gli adempimenti burocratici, e da una psicologa. «A mia madre avevano sconsigliato di riportarmi a casa, poiché il nostro Stato non è normale coi disabili gravissimi, ma lei non pensava che fosse così anormale con essi: un mese dopo il nostro ritorno a casa, si mise a piangere davanti a me per la disperazione. Non voglio più vedere madri che piangono!»; precisiamo che Severino “scrive con gli occhi” perché il suo corpo è completamente paralizzato, sente e vede male e ha solo un difficoltoso movimento volontario della testa grazie al quale riesce a far scorrere un puntatore sullo schermo del computer e comunicare con il mondo esterno. Severino, che ha 56 anni, è presidente onorario dei Radicali Abruzzo; lo scorso febbraio ha lanciato nel suo blog un appello shock: «Aiutatemi a morire, chiedo il suicidio assistito». In quell’occasione scrisse che la sua battaglia, dopo aver intrapreso quella sulla Vita Indipendente. Severino sa che la sua petizione potrebbe essere criticata. «In questo periodo di forti e feroci tagli al sociale, è forse utopistico parlare del rientro a domicilio delle persone con malattie e disabilità gravissime tipo la mia LIS. Sarà pure utopistico ma tale rientro a domicilio è il classico orizzonte ideale cui bisogna tendere quanto prima, se si vuole davvero evitare che le famiglie dei malati e disabili gravissimi vadano in tilt».

Matteo Del Nobile

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