Discariche abusive sequestrate a Chieti e Guardiagrele

Calcinacci e materiali inerti scoperti dalla finanza in un'area verde di Tricalle. A Guardiagrele tonnellate di motori, elettrodomestici e rottami a ridosso del Parco Nazionale della Maiella. Quattro denunciati

CHIETI. Due discariche abusive scoperte dalla Guardia di Finanza di Chieti che ha effettuato due sequestri: il primo a Chieti, in zona Tricalle, riguarda un'area di oltre 350 metri quadri, destinata a verde pubblico, sulla quale un'impresa edile ha depositato e sotterrato materiale di risulta delle demolizioni, sassi e terra. Su un'altra area di circa 10 mila metri quadrati, nella zona San Donato di Guardiagrele, adibita a discarica abusiva ed ubicata al confine del Parco Nazionale della Maiella, c'erano invece decine di tonnellate di rifiuti, molti dei quali pericolosi e tossici: pneumatici, motori, macchinari, elettrodomestici fuori uso, rottami ferrosi, prodotti di risulta di demolizioni di strutture in cemento armato, oltre che autoveicoli e parti in plastica della auto stesse. Quattro persone sono state denunciate per violazione delle norme in materia ambientale contenute nel Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006.

«L'illecito abbandono ed accumulo di rifiuti consente, a discapito dell'ambiente, di evitare i costi necessari per il regolare smaltimento all'interno delle discariche autorizzate - si legge in una nota della Finanza. Questa pratica, oltre a deturpare gravemente il territorio, qualora svolta all'interno di aree prossime a terreni agricoli come quella in oggetto, può provocare rilevanti contaminazioni ambientali con conseguenti gravissimi danni alla salute. Nell'ambito delle sue molteplici competenze di polizia a carattere economico-finanziaria, tra cui spiccano la lotta all'evasione fiscale e agli sperperi di denaro pubblico, la Guardia di Finanza rivolge da sempre una particolare attenzione agli interventi finalizzati alla tutela del territorio e dell'ambiente, al fine di prevenire la compromissione dell'habitat naturale e di perseguire le attività di recupero dei proventi illeciti, ovvero il sequestro dei beni, nei confronti di chi pone in essere comportamenti elusivi delle normative ambientali».